L'Italia è fuori, una disfatta bruciante
Cannavaro: la peggiore delle sconfitte
Torniamo a casa ed è giusto così! I campioni del mondo non siamo più noi e lo si era intuito già prima della disarmante prova con la Slovacchia. Torniamo a casa ed è giusto così! I campioni del mondo non siamo più noi e lo si era intuito già prima della disarmante prova contro la Slovacchia di ieri. In tre partite al mondiale sudafricano abbiamo giocato otto minuti da squadra di calcio, il resto è stato un disastro: il peggiore della nostra storia. Caos tattico, fiato corto, poco gioco, tanta paura e azioni da gol col contagoccie. Sul patibolo un gruppo intero ma soprattutto il suo leader. L'uomo che è il vero responsabile di tutto questo, causa di un naufragio preannunciato da quelle convocazioni ad personam dalle quali aveva escluso il meglio del calcio italiano. Si chiama Marcello Lippi, lo stesso che solo quattro anni addietro l'Italia intera aveva portato in trionfo dopo quella notte magica di Berlino. Ma se i miracoli sono merce rara, ripeterli è addirittura impossibile: soprattutto se non si hanno le carte giuste da giocare in un torneo complicato e impietoso come il mondiale di calcio. Lippi ha sbagliato tutto, dall'inizio. Già detto delle convocazioni, ma anche sul resto non è andato poi meglio. Male dal punto di vista tattico con tre moduli in tre partite: e sempre sbagliati. Male nelle scelte degli uomini da mandar dentro (poi ci spiegherà l'intoccabilità di Iaquinta) e altrettanto deludente nei rapporti con i giocatori ai quali non è riuscito mai a far capire cosa realmente pretendeva da loro. E ancora male nello scegliere quelli che secondo lui erano più in forma: i quarantacinque minuti di Quagliarella lo hanno mostrato chiaramente. Eppoi basta con questa sindrome d'accerchiamento più volte manifestata dal cittì. È sempre colpa dei giornalisti, c'è sempre qualcuno che vuole il male dell'Italia (in parte è purtroppo vero), ma trovare per forza nella stampa il nemico di turno non sempre può portare bene... anzi. Eppure il sorteggio era stato benevolo con i Campioni del Mondo, aiutati dai favori dell'esser teste di serie, mettendoli di fronte a tre squadre che faticherebbero a giocare nella nostra serie A. Invece chiudiamo ultimi in classifica in questo Gruppo F che resterà impresso nella mente della gente come quello della vergogna. E sì che Lippi e tutto il gruppo azzurro, avevano probabilmente sghignazzato nel vedere i nemici di sempre, i francesi umiliati in Germania, tornare a casa con le pive nel sacco. Ci è toccata la stessa sorte, le due squadre che si erano contese la coppa del Mondo in Germania, guarderanno la fase finale di questo torneo dalla poltrona in salotto: che tristezza! E stavolta ci manda a casa la doppietta di Vittek slovacco che gioca in una squadra impossibile da pronunciare (l'Ankaragücü) nel campionato turco. E il gol che taglia definitivamente le gambe all'Italia porta la firma di Kopunek, altro sconosciuto (gioca nello Spartak Trnava... ?) proveniente dal nulla e che molto probabilmente guadagna quanto uno dei nostri massaggiatori: forse. Il bilancio non può che essere quello di un disastro annunciato e a salvare la faccia sono, paradossalmente, proprio quelli che hanno giocato meno. Impossibile pensare a un Quagliarella fuori se la sua condizione era quella vista ieri sera contro la Slovacchia: il napoletano entra e cambia la gara, o almeno ci prova e realizza quello che rischia di essere il gol più bello del mondiale. Peccato che il colpo da sotto di Quagliarella sia stato tanto bello quanto inutile perché la partita finirà poi 3-2 con la festa degli slovacchi e del Paraguay: che pareggiando con la Nuova Zelanda si aggiudica il posto migliore per un ottavo di finale contro il Giappone tutto in discesa. Ora è il momento della discordia, l'Italia prova a restar incollata al suo leader ma è evidente che una volta tornati a casa ognuno andrà per la sua strada. Lippi che doveva essere il salvatore della Patria dopo l'imbarazzante parentesi Donadoni, d'ora in poi si dedicherà alla sua barca a Viareggio... e poteva farlo prima, ha già malignato qualcuno. È il momento di cambiar pagina, le redini dell'Italia del calcio passano nelle mani di Prandelli: un giovane, intelligente, che sa di calcio e soprattutto non ha figli e figliastri. Con lui, c'è da scommetterci, ci sarà di nuovo spazio per il talento «scomodo» di Cassano (con quale tra l'altro ha già avuto da ridire: ma la cosa è chiarita) e qualche innesto nuovo di qualità: Balotelli su tutti. E con Lippi si chiude anche un'altra era, quella di Cannavaro, Gattuso, probabilmente di Pirlo e Zambrotta: insomma quella dell'Italia campione del Mondo. Quella che ormai non c'è più...