I club italiani parlano solo straniero
Si è aperta la caccia a Lippi. Tutti contro di lui. Sbagliate le convocazioni e le formazioni. Rispunteranno vecchie storie, sospetti, accuse. Destino di chi perde. Destino degli allenatori di calcio delle Nazionali, soprattutto in quei Paesi che hanno la convinzione e talvolta la presunzione di essere la patria del vero calcio. La culla dei grandi campioni. Qualche ragione potrebbero averla in Brasile che distribuisce calciatori nel mondo. Potevamo averla in Italia quando dibattevamo se Mazzola e Rivera potevano giocare insieme. Oppure quando nella difesa azzurra non trovava posto perfino uno come Baresi. Pensiamo a oggi dove il nonno Cannavaro annaspa dietro giovani senza gloria che lo superano, lo aggirano e talvolta quasi lo irridono. Era uno scoglio ora è una porta girevole, basta spingere per passare. E Gattuso, tutto cuore e grinta. Gli avversari, pur senza fama e medaglie, corrono più di lui. E i terzini italiani? Zambrotta lo hanno ritrovato ai giardinetti mentre giocava a tresette con l'amico Camoranesi. Di tempo ne hanno, nelle squadre si sono dimenticati di loro e li lasciano liberi. Poi ci sono i giovani, Criscito, Maggio, Pepe. Già ma chi li ha mai visti in Europa e nelle gare che contano? Ci voleva Lippi per dare loro una vetrina internazionale. Già, Lippi. Ma è tutta colpa sua? Italia battuta e umiliata con l'Inter campione d'Europa. Ma in quella compagine non ci gioca nemmeno un italiano. Così in Africa non c'è nessun calciatore della prima in classifica. E la seconda manda un solo titolare, De Rossi. Ma è colpa di Lippi se da noi i ragazzi non li fanno crescere, non li valorizzano? Pensate un po', quale difensore italiano c'è nelle prime tre in classifica? Nessuno. E di portieri? Nessuno. Le squadre italiane, parlano straniero. Serve un portiere? Si va in Brasile. Serve un difensore? si cerca all'estero. Un attaccante? sempre all'estero. Così la nazionale va in provincia. Oppure tra i reduci della Juventus dopo il campionato più disastroso della storia recente. Il problema sta qui. Per i ragazzi dei vivai non c'è spazio. Restano solo le vecchie glorie. Gli eroi di Vittorio Veneto. Una volta avevamo i difensori più forti del mondo, ora celebriamo le prodezze dei titolari del Brasile e dell'Argentina. Dove sono i nuovi Scirea, Rosato, Cabrini, e anche Cannavaro? E i Baggio, Del Piero, Totti, Inzaghi di 20 anni? Quante belle speranze si perdono in cerca di un posto? È colpa di Lippi? Se vogliamo tornare a festeggiare con gli azzurri non sarà il caso di ripensare a come valorizzare i nostri vivai? Se penseremo di vincere con i club che di italiano hanno solo il nome rassegniamoci alle figuracce nazionali.