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La resa dei conti

Rosella Sensi

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È il giorno della svolta o solo un'altra puntata della telenovela infinita? Lo sapremo al termine dell'incontro tra i vertici di Italpetroli (e quindi della As Roma) e quelli di Unicredit, nello studio del professor Cesare Ruperto. Appuntamento oggi a mezzogiorno, quando il magistrato presidente del collegio arbitrale tenterà la conciliazione tra due parti che discutono da anni e senza soluzione sulle modalità di rientro da un debito che ha superato i 400 milioni di euro. La maggior parte, circa 325 milioni, deve incassarli Unicredit, esasperata dai piani di rimborso disattesi e dalla pressione mediatica sulla vicenda, visto che in ballo c'è anche il futuro della Roma. Dall'altra parte i Sensi, che hanno promosso l'arbitrato, contestano il calcolo del debito (80 milioni deriverebbero da anatocismo, ovvero interessi sugli interessi) e avanzano anche una richiesta di risarcimento danni. Posizioni distanti anni luce, mediate negli ultimi anni dalla politica e dalla volontà comune di evitare il crollo della baracca: perché se fallisse Italpetroli ci rimetterebbe anche Unicredit, essendo azionista al 49% della holding. Oggi si siederanno intorno a un tavolo Rosella Sensi, l'ad di Unicredit Piergiorgio Peluso e i rispettivi staff di legali: gli arbitri delle due parti, avvocati Romano Vaccarella ed Enrico Gabrielli, oltre Agostino Gambino e Antonio Conte per i Sensi, Francesco Carbonetti e Valerio Di Gravio per la banca. La bozza di accordo sui cui si sta lavorando prevede la nomina di un manager super partes incaricato di gestire la vendita di tutti gli asset di Italpetroli (inclusa la Roma ed esclusi alcuni immobili che resterebbero ai Sensi) secondo tempi e modalità decise da Unicredit. Questo piano di vendite permetterebbe anche l'approvazione del bilancio della holding, certificato con riserva dalla società Bdo. In pratica, se Rosella firmasse l'accordo, rimarrebbe alla guida della società giallorossa fino a quando la banca non troverà un compratore. E il nodo è tutto qui: la Roma è il bene dal valore più significativo nella «partita» ma al momento non c'è un acquirente pronto a rilevarlo. Francesco Angelini, attualmente impegnato con la sua azienda farmaceutica in importanti affari a «stelle e strisce», si è fatto da parte. Ora Unicredit ha attivato i suoi canali italiani e internazionali per trovare una cordata alternativa. Il tempo stringe e la banca non ha la minima intenzione di mettersi alla guida della Roma. E se oggi non si arrivasse all'accordo? Allora sarà Ruperto a decidere il destino di Italpetroli entro luglio. La Roma resta sospesa, con un mercato bloccato e l'iscrizione al prossimo campionato non ancora regolarizzata. Il 14 maggio scorso sono stati pagati gli stipendi di gennaio ai tesserati, mancano tre mensilità (circa 20 milioni di euro, comprese le tasse) da versare entro venerdì prossimo per scongiurare qualsiasi rischio di penalizzazione. «I soldi per gli stipendi ci sono» assicurano da Trigoria. Almeno quelli.

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