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Ora siamo pronti

Mondiali Sudafrica 2010, Marcello Lippi ct dell'Italia

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NELSPRUIT - Palla bassa e pedalare. Marcello Lippi rivede un vecchio detto del calcio italiano per spiegare quale sia il segreto per battere la Nuova Zelanda e far decollare il mondiale dell'Italia. Anche perché sente che la squadra è finalmente pronta, e certi stenti dell'alta nobiltà europea del calcio a Sudafrica 2010 proprio dispiacere non devono avergli fatto. «Ma io - spiega il ct azzurro - non mi interesso di quello che fanno gli altri. Certo i risultati di Spagna, Germania, Inghilterra e Francia confermano quello che ho sempre detto». Ovvero? «Ovvero che quello che si vede e dice prima del mondiale conta nulla». Quindi, via col mondiale che per lui è solo quello dell'Italia. Perché di Anelka e Domenech non vuole parlare (anche se aggiunge «io non solidarizzo con nessuno»), e neppure dei tanti spifferi che soffiano sulle spalle dei ct. «Di modifiche alla nostra formazione - dunque spiega - non parlo, non riduciamo tutto a un modulo e a una scelta di nomi». Che lui per la verità dovrebbe avere fatto da giorni puntando su un 4-4-2 con Marchisio a sinistra a centrocampo e Pepe a destra, a sostegno della coppia Gilardino-Iaquinta in avanti. Comunque chiarisce «rispetto all'esordio siamo più sciolti, cresciuti sul piano psicologico e fisico: in sostanza siamo pronti. È ovviamente una gara che dobbiamo vincere se vogliamo andare avanti. Dalla Nuova Zelanda cosa mi aspetto? Certo non dobbiamo temerla su piano tecnico, ma fisicità o colpi di testa sono buoni. Che gara richiede una squadra così? Attenzione su calci piazzati, velocità e palla bassa». Accarezza i cronisti latinoamericani, con qualche complimento a Messico, Cile, Uruguay e Paraguay. Poi dà un segnale a Pirlo: «sta migliorando, da lunedì (domani, ndr) si allenerà con il gruppo, anche se non so con quale intensità». Nega di avere urlato agli attaccanti, in allenamento: «No, mi riferivo all'intera finalizzazione, non al solo reparto offensivo». Ma il clima che avverte Lippi è buono: «La squadra è cresciuta, è stata una settimana di lavoro molto positiva. Siamo davvero pronti, ma senza fare proclami». Tra l'altro è d'accrdo con il ct neozelandese Herbert: «Noi abbiamo molto da perdere, vale a dire il passaggio del turno». Sul dualismo Pazzini-Gilardino innescato anche da qualche frase di Montolivo ironizza: «Che cosa vi deve dire lui, è amico di entrambi». Nega di avere perso la speranza di recuperare Buffon: «Non ci dobbiamo dimenticare che mancano lui e Pirlo. E poi che abbiamo cominciato cominciato il ritiro con i problemi di Chiellini, Camoranesi e Marchisio. Non è stato un inizio fortunato, ma ora siamo in buona condizione e lo stato d'animo squadra è buono». Non basta però: «Infatti - chiude Lippi - ora dobbiamo trasferire tutto sul campo».

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