Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

De Rossi alza i toni

Il centrocampista della nazioanle Daniele De Rossi

  • a
  • a
  • a

CENTURION - In attesa di vedere un giorno le maglie verdi della Padania al Mondiale di calcio, Daniele De Rossi fissa l'asticella di quello azzurro, qui e ora. «Realisticamente, l'Italia deve arrivare tra le prime quattro - dice il centrocampista vestito da leader - non passare il girone sarebbe un fallimento assoluto, uscire agli ottavi un fallimento. Se poi ai quarti trovi la Spagna, te la giochi. Ma siamo da prime quattro, e in semifinale tutto può succedere. Perdere con la Nuova Zelanda sarebbe come se gli All Blacks uscissero al primo turno dei mondiali di rugby: con tutto il rispetto, siamo l'Italia e non ci penso nemmeno». Confessa a fine conferenza di non rimanere incantato davanti alla tv per un Mondiale partito come un diesel. «Nun me pija...», dice alla romana a chi gli chiede quante partite guardi in ritiro, mostrando di aver ritrovato definitivamente il buon umore dopo le polemiche del Sestriere. Con lo stesso spirito prova a rispondere a quella parte d'Italia che alla prima partita ha tifato contro. «Nulla di strano, è molto italiano: c'è sempre qualcuno che deve fare lo "strano" - comincia, caricando il tiro - e se dieci milioni di spettatori ci tifassero contro, direi che qualcosa non va. Ma è Radio Padania, un'emittente locale, fa nulla. Vorrà dire che quando la Padania giocerà il Mondiale, tiferemo contro. Per il Paraguay». È la stessa franchezza con la quale affrontò dal Sestriere l'argomento tessera del tifoso, «perché come Totti io dico sempre quel che penso, e questo è il mio problema... per gli altri». Intanto bisogna capire dove arriverà questo Mondiale azzurro. «Abbiamo fiducia, miglioriamo di giorno in giorno», sottolinea De Rossi, sul braccio un tatuaggio in latino per la figlia Gaia. «Si è visto che Messico e Svizzera erano due partite per la statistica, non un riscontro oggettivo. Ora c'è da seguitare sulla strada della prima partita, ma con più cattiveria sottoporta: conta quello, non i moduli». Non importa insomma chi e se ci sarà un Paolo Rossi anche stavolta, «perché anche nel 2006 avevamo tanti leader ma soprattutto coesione». De Rossi parla anche del suo futuro. «Da due settimane fa al Sestriere, non è cambiato nulla» dice, senza rimangiarsi le parole su una possibile partenza dalla Roma, se mai la Sensi cambiasse linea di fronte a offerte stratosferiche del Real Madrid. Però «faccio parte di una società che ha sempre rispedito al mittente le richieste per me, se ci sono state. La dottoressa Sensi ha ribadito che resto. Rinnovo? Io di questo ho già parlato con lei quando tutti gli altri avevano altro cui pensare: poi stop. Non sono di quelli che chiamano, ma la Sensi quando dice "Daniele resta", intende per sempre, non fino alla fine del contratto...». Nessun contatto con Francesco Totti, in questi giorni di Mondiale. «È in vacanza, non l'ho disturbato. Credo che chiunque vorrebbe essere al Mondiale, anche un tifoso: figurarsi lui che è stato protagonista del calcio italiano e internazionale per un decennio». E non ha nessuna voglia di fermarsi.

Dai blog