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Lo stellone del ct azzurro si riaccende

Marcello Lippi in conferenza stampa

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Un attimo di distrazione è ammesso, anche per lo stellone che continua ad accompagnare il cammino dell'Italia, è la sola spiegazione per i guai muscolari di Pirlo e per quelli vertebrali di Buffon. Ma per il resto, si delinea la felice congiunzione astrale che in Germania aveva spianato agli Azzurri la strada verso la semifinale con i tedeschi, poi onorata al meglio e senza influssi esterni. Prospetta un panorama allettante l'impresa degli svizzeri a danno della Spagna, che certamente non ha tagliato fuori i fuoriclasse di Del Bosque, però li potrebbe costringere a una scomoda seconda posizione, con riflessi a noi graditi per un eventuale quarto di finale. Che i bravi italiani dovranno comunque guadagnarsi attraverso un paio di non trascurabili imperativi. Fondamentale il primato del girone, più vicino dopo che i «kiwi» hanno appiattito la classifica della prima tornata: ci consentirebbe, nel rispetto dei pronostici, di evitare l'Olanda per trovare il Giappone o la Danimarca, ostacoli assai meno disagevoli. Ma naturalmente la svolta fondamentale, va ribadito, risulterebbe il mancato primo posto della Spagna, un quarto con la Svizzera o alla peggio con il Cile sarebbe il massimo delle aspirazioni, a patto naturalmente di ritrovare, con il gioco, la via del gol. A proposito del quale, finalmente ieri si è cominciato a segnare in maniera apprezzabile, sempre con la fondamentale collaborazione dello Jabulani e dei portieri, al paperone si è abbandonato perfino Enyeama, il nigeriano che era stato eroico contro l'Argentina. Primo verdetto già scritto, Maradona agli ottavi con il prezioso primo posto, soltanto una goleada al passivo contro i greci potrebbe modificare le posizioni. Tripletta per Higuain, facile facile con gli assist di Burdisso e Aguero e il palo di Messi per il tap-in da due passi, però gli argentini erano riusciti a complicarsi la vita per un errore di Demichelis che aveva riportato in corsa i coreani. Ma intanto dà l'addio al Mondiale la Francia di Domenech, che nessuno rimpiangerà. Domina il Messico della Gold Generation, che nell'ultimo turno potrà prendere a braccetto l'Uruguay, per una fraterna, doppia qualificazione. Oggi corazzate in cerca di conferme, la Germania contro una Serbia che ha i mezzi per tornare in corsa, e di riscatti, l'Inghilterra di Capello non può consentirsi altri passi falsi, ma l'Algeria sembra poca cosa.

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