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Fitness in rosa a Roma

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Loro ballano da sole. Danzano attorno a un palo, fanno acrobazie tenendosi solo per una gamba, salgono sulla pertica davanti agli occhi increduli di mariti e compagni. Sono le donne della Pole Dance, a metà tra ballerine e atlete, figure divine nell'immaginario maschile che nella realtà sudano aggrappandosi, letteralmente, a un palo. È tutt'altro che facile e agli uomini che già sognano spettacoli di lap dance per rinverdire il desiderio va detto che la Pole Dance non serve esattamente a questo. Di certo aiuta la femminilità, coccola la sensualità di ventenni e sessantenni, ma, chi l'ha inventato ci tiene a chiarire subito: «Si tratta di uno sport al 100%». Simona Nocco e Titty Tamantini hanno portato a Roma questa disciplina fondando anche la Federazione Italiana Pole Dance. Tutto è nato per caso. «Abbiamo cominciato a marzo dell'anno scorso - racconta Simona - e da allora non ci siamo più fermate. Le romane sono praticamente impazzite e da un incontro a settimana che facevamo all'inizio ora ne facciamo tre al giorno». I luoghi comuni da sfatare sono diversi: «Innanzitutto la sua somiglianza con la lap dance, che tra l'altro non si fa neanche col palo - continua - e poi l'impressione che non sia un vero sport». Magari per qualcuno non sarà uno sport, ma si suda e si fatica come se lo fosse. «La lezione è fitness allo stato puro - spiega Titty Tamantini - 60 minuti in cui si balla, si fa sport e ci si diverte. Si brucia tanto e si ritrova un'armonia che solo la danza può dare». Basta con pesi e guantoni, allora, per sentirsi più donne con se stesse e con gli altri, universo maschile compreso. La Pole Dance accoglie giovanissime che tentano di imparare qualche pillola di sensualità divertendosi e diventa un elisir di lunga vita per le over 60 che, da curiose, provano e provando magari risvegliano la femminilità che credevano perduta. Le più fanatiche restano le ultra-trentenni che si affacciano alla soglia dei terribili quaranta, e almeno con la Pole Dance la prendono con ironia. «Da noi arrivano ragazze curiose - continua Simona Nocco - oppure donne che sono stanche di fare le solite cose in palestra e cercano la novità». Un esempio è Fabrizia Giacomini, 39 anni, da ottobre fedelissima alla Pole: «Erano 15 anni che non trovavo uno sport così. È coinvolgente, faticoso ma resta sempre elegante. Nella vita di tutti i giorni sono piuttosto inibita ma la Pole mi ha insegnato a esibirmi davanti al pubblico senza problemi». Passione e sudore, insomma, per una disicplina che sarà pure per tutte, ma a certi livelli diventa per poche. Sara Brilli, neo campionessa italiana a dicembre a Tokio per i campionati mondiali, ha dedicato la sua vita alla danza e per lei la passione è scoppiata per caso. «Mi sono innamorata della Pole anche se lo sforzo fisico è enorme, ho dovuto allenare il mio corpo alla forza». Nessuno si spaventi però, la Pole Dance non è solo per campionesse, ma è soprattutto per tutte le donne sull'orlo di una cronica crisi di nervi, che si attaccano a un palo e scoprono che possono divertirsi pure da sole.

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