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La nazionale è il meglio del Paese

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Mondiali 2010, Daniele De Rossi

Segnali negativi già in campionato

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Noi italiani siamo come i brasiliani: pensiamo di essere la patria del calcio. Siamo convinti che con le scelte giuste saremmo imbattibili. È vero che una squadra italiana è campione d'Europa, ma nell'Inter non c'era alcun italiano. Nemmeno l'allenatore. E così a Lippi, che pure un mondiale l'ha vinto ma che di simpatie ne riscuote ben poche, cosa restava da fare? Pensate un po': non c'è un giocatore convocabile della prima classificata nel nostro campionato. E poi è vero che in difesa fa giocare Cannavaro, quasi maturo per la panchina, ma quella dei giardinetti dove portare i nipoti. Ma che alternative ha? Le due squadre che hanno dominato il campionato, Inter e Roma, non hanno difensori italiani. E la terza, il Milan, in teoria ne avrebbe uno, Nesta. Ma tra infortuni e addii alla nazionale è fuori gioco. E allora? Pensate all'attacco. Pazzini, Gilardino, Quagliarella. Ai tempi non lontani di Inzaghi, Vieri e Toni avrebbero portato l'acqua ai titolari. Ed è inutile guardare all'estero. La differenza con il Brasile sta proprio qui. Mentre i giocatori brasiliani hanno invaso l'Europa, oltre naturalmente le squadre di casa, di italiani nemmeno l'ombra. Così a Lippi non è rimasto altro da fare che presentare un gruppo di guerrieri, a volte un po' acciaccati.   Con qualche anno di troppo sulle spalle. Reduci da mille battaglie. Non classe pura, ma gruppo. Spirito di combattenti. Umili fanti, non fuoriclasse solitari. Uomini disposti a lottare, a sacrificarsi, uniti. Rappresentano il meglio di questo Paese. Come spirito, come attaccamento, come generosità, solidarietà. Un po' come i fanti in trincea sul Carso. Sono gli eredi dei combattenti del Piave. Sopno il Paese contadino, lo stesso che seppe risorgere dopo il disastro della guerra. Capaci di soffrire, di lottare, non di esaltare. La scelta di Lippi è stata questa. Non ha a disposizione grandi solisti. Allora scende in campo il coro. E siamo certi che a nessuna nazionale, comprese quelle che hanno arruolato artisti del pallone, farà piacere affrontare la banda di Lippi. Perché venderà sempre cara la pelle. Perché saprà soffrire e mettere il cuore dove non arriva l'arte. Fanti in trincea e non eleganti cavalieri. Gente tosta. E io sono con loro, é il meglio di quello che ora possiamo offrire. Lippi li ha scelti pensando proprio a questo, alla capacità di strappare a fatica e con i denti un risultato. Del resto chi ha lasciato a casa? Cassano? Uno che ha litigato con tutti gli allenatori. Balotelli che ha fatto infuriare i compagni di squadra e l'allenatore? Forse Totti un posticino poteva averlo. Questo è l'unico appunto che facciamo al tecnico. Ma per il resto, avanti con coraggio ragazzi. Voi rappresentate l'anima di questo Paese. Io non so se vincerete, ma di certo saremo fieri di voi e sicuramente nessuno avrebbe fatto meglio.

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