Vendetta Jabulani

CITTÀ DEL CAPO - Più papere che prodezze, quasi una vendetta dello Jabulani. Il mondiale appena cominciato celebra la legge del contrappasso e punisce i portieri, autori di tante lamentele alla vigilia per le strambe traiettorie del nuovo pallone marchiato Adidas. La sfera invece va che è un piacere, sono gli estremi difensori, i numeri uno di un tempo oggi finiti con la doppia cifra sulla maglia, a spanciare sull'erba diventando la favola del villaggio del calcio. Ha cominciato ieri sera Robert Green, buttandosi da solo la palla in rete contro gli statunitensi. Ha replicato l'algerino Chaouchi oggi, regalando agli sloveni il gol della vittoria. Sembra di vederlo ghignare, mentre vola per i cieli sudafricani, il signor Jabulani di professione pallone: ma forse basta tradurre dallo zulu il suo nome per dare il senso della cosa: «esultare». A «Jabulani», a esultare, insomma sono stati in questi primi giorni di mondiale soprattutto gli attaccanti o meglio quelli che, come l'americano Dempsey e lo sloveno Koren hanno provato tiri da lontano con effetto moscio sulla traiettoria ma durissimo sul risultato: gol che hanno regalato un punto agli Usa e tre agli sloveni. Per spiegare i comportamenti sleali del pallone sudafricano si erano mossi anche i fisici dell'Università australiana di Adelaide: troppo rotondo, avevano sentenziato compunti, quasi per paradosso, «è un pallone imprevedibile: è disegnato per avere tutta la turbolenza attorno a sè. Viaggia verso il portiere con più velocità, più effetto e più potenza». Un gioiello della tecnica, insomma? Può darsi, ma secondo il coro unanime dei portieri delle nazionali del Sudafrica una schifezza di pallone. «Sembra che l'abbiano comprato in un supermercato» disse appena lo vide Julio Cesar, guardiano della porta dell'Inter e del Brasile. «Orrendo» sentenziò lo spagnolo Casillas, «indecente» precisò Buffon, e via via di aggettivi sempre più astiosi e cattivi. L'unione mondiale dei portieri quindi odia lo Jabulani e la sorte sembra essersi vendicata per conto del povero pallone che ha la sola colpa di essere troppo rotondo (ma che colpa è per un pallone?) colpendone due a casaccio: i malcapitati e nemmeno troppo autorevoli Green e Chaouchi. Giovanni Galli, portiere della nazionale 1986 ammette gli errori ma prova a fare l'avvocato d'ufficio della categoria. «Si tratta di sbagli tecnici - premette - ma è chiaro che questi palloni quando commetti un errore non ti aiutano» Green si è peraltro trovato in ballottaggio fino all'ultimo, nella stessa situazione che visse Galli nel 1986.