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Forza ragazzi

Il Ct Marcello Lippi distribuisce le casacche ai probabili titolari

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CITTA' DEL CAPO - Ripartire per l'avventura mondiale dal Capo di Buona Speranza è certo beneaugurante ma non basta ad approdare sereni in porto: lo sa bene Marcello Lippi che di mare e metafore tempestose se ne intende avendo vissuto una vita tra barche e pallone. Stasera la sua Italia gioca contro il Paraguay la prima partita a Sudafrica 2010, e da quella notte di Berlino sembra passata una vita e non solo quattro anni. I francesi alzano impropriamente al cielo africano una Coppa che non è loro, in Italia i politici, che rincorrevano il pullman azzurro il giorno dopo la finale vinta, fanno lo sprint alla dichiarazione cavillosa, talvolta addirittura ostile. La stampa è scettica, gli avversari minacciosi. «Ma io - spiega Lippi - dico che della coppa alzata da Vieira non mi sono accorto, mi avrebbe dato fastidio se l'avesse alzata quattro anni fa. Gli avversari ci snobbano? Meglio, e poi viste certe cose di queste prime partite...». È contento, il ct azzurro: perché riprova il brivido del mondiale: «quella voglia di attaccarsi alla tv a vedere cosa fanno gli altri, e poi magari ti accorgi che tutti quelli di cui si è parlato tanto soffrono. La verità è che quello che succede prima conta nulla. Poi arriva il mondiale e cambia tutto». Tutto, proprio tutto. «Perché lo scetticismo, che rispetto ma non condivido, è basato su due amichevoli studiate dall'anno scorso in un programma che ci deve portare al livello giusto al momento giusto. Poi, certo, ci sono stati degli infortuni che mi hanno impedito di fare certe prove, ma ho grande fiducia nei miei giocatori, siamo pronti per fare gare all'altezza della situazione e andare lontano». Di formazione non vuole parlare, ma è maramaldo con i giornalisti: «Se non l'avete capita stavolta potete cambiare mestiere». E allora perché non la dice? «Perché non l'ho ancora annunciata ai giocatori». Poi il ct ribadisce che «da sempre la prima partita è la più importante. Da tutti il Paraguay è considerato l'avversario più difficile del girone, ma al di là di questo se fai bene all'esordio le cose certamente si mettono meglio». A proposito, che partita faranno gli azzurri? «Una gara completa, non ci sono squadre scarse qui. Dovremo attaccare ma anche difendere per battere una squadra che ha giocatori forti come Valdez , Barroso, Santa Cruz». Intanto le altre big ostentano sicurezza: «mi fa piacere, un bel tacer non fu mai scritto. Se dicono che ci battono sono contento». Nega implicazioni politiche alla sua frase «sul carro stavolta non sale nessuno». «Ho detto solo "non succede, ma se succede, sul carro non ci facciamo salire nessuno". Basta. L'in bocca al lupo dall'alto? L'ho avuto dal toscano Altero Matteoli prima di partire, e mi ha fatto molto piacere». Parla ancora delle favorite, che sono Brasile e Spagna davanti a un gruppo di formazioni naturalmente orientate alla ricerca del successo: tra queste oltre all'Inghilterra dell'italiano Capello, gli azzurri: «perché - chiarisce Lippi, concludendo - io non ho promesso un mese epico. Ma non lo avevo fatto neanche prima del 2006, ricordatevi che una grande squadra nasce e cresce dentro una grande manifestazione». E se ne va, portato dal vento di Buona Speranza.

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