Per l'inglese una vittoria di Pirro
Contutte quelle frenate da 4 gravità di decelerazione (da 320 a 60 km/h in pochi metri) e quei muretti a pochi centimentri dall'asfalto, la pista di Montréal è una di quelle sulle quali l'imprevisto è sempre dietro l'angolo. Vincere qui assomiglia spesso a fare, se non un terno, almeno un ambo al lotto. Ciò premesso, la pole di Hamilton, la prima non-Red Bull della stagione, ha l'aria della classica vittoria di Pirro. Perché per precedere Webber e Vettel l'inglese ha dovuto spendere i 3 decimi al giro di vantaggio cronometrico garantitigli dalle gomme tenere, mentre il duo della Red Bull i suoi tempi li ha fatti con le dure. E siccome oggi bisognerà disputare la prima parte di gara con lo stesso treno di gomme usato in qualifica è scontato che Hamilton si troverà in crisi molto prima dei suoi avversari e dovrà fermarsi dopo pochi giri, regalando pista libera. Ora tutti si aggrappano alla speranza che un precoce ingresso di una safety car vanifichi il vantaggio guadagnato dalle Red Bull grazie a questa mossa che è a un tempo coraggiosa e conservativa e che tradisce la consapevolezza della propria superiorità. Tenendo conto anche dello stile di guida di Hamilton, così aggressivo da risultare distruttivo per le gomme su una pista tutta bruschi cambi di direzione (letali per le anteriori) e accelerazioni (letali per le posteriori), penso inoltre che anche la Ferrari possa lottare per il podio ai danni della McLaren, perché la F60 è ancora la più delicata con gli pneumatici, visto che Alonso è riuscito a cogliere il suo ottimo quarto tempo al terzo giro con le morbide. Ciò non toglie che ai box della Rossa serpeggi un po' di delusione, perché il circuito semicittadino di Montréal, che non richiede grande efficienza aerodinamica, veniva alla vigilia considerato come uno dei più favorevoli per le caratteristiche della F60. Se è rimasta a contatto con i primi la Ferrari deve invece ringraziare soprattutto la sua prima guida Alonso, che ha supplito con la foga agonistica alle debolezze della macchina, mentre è su piste come questa, dove bisogna chiudere gli occhi e tenere giù il piede, che emergono i limiti di Felipe Massa. Il brasiliano ieri ha ringraziato la Scuderia della conferma a tutto il 2012 con un imbarazzante 7° posto alle spalle persino della Force India di Liuzzi.