Schiavone da leggenda
Francesca Schiavone è la nuova regina del Roland Garros. La tennista azzurra ha battuto in finale l'australiana Samantha Stosur in due set, 6-4, 7-6, riportando l'Italia sul trono parigino 34 anni dopo il successo di Adriano Panatta. Un sogno inseguito una vita, un'impresa meravigliosa che catapulta la Schiavone al sesto posto della classifica mondiale, ma soprattutto nella storia del tennis, prima donna italiana capace di vincere un torneo dello Slam. A Parigi l'azzurra ha giocato in modo fantastico. Ha perso solo un set, all'esordio contro la russa Kulikova. Da lì è partita una cavalcata irresistibile, culminata nei successi contro le top five Wozniacki e Dementieva. In finale la Schiavone aveva di fronte un'avversaria in gran forma: la Stosur, numero 7 al mondo, aveva eliminato Justine Henin, Serena Williams e Jelena Jankovic. A complicare le cose c'era il bilancio dei precedenti: 4-1 per l'australiana. Stavolta, però, la posta in palio non era il Wta di Osaka, ma il trofeo Suzanne Lenglen. E il fattore psicologico ha giocato un ruolo fondamentale. «Prima della finale avevo mille emozioni nella testa – ha confessato la Schiavone – ho cercato di mantenere la concentrazione, ho pensato solo a vivere questa fantastica esperienza dal profondo del cuore». «La Stosur è molto forte – ha continuato l'azzurra – serve benissimo, ha 10 chili di muscoli più di me. Nel braccio di ferro da fondocampo non avrei avuto chance, così ho cercato di attaccare appena possibile». Un piano riuscito alla perfezione. L'australiana è partita forte, sfruttando al massimo le sue armi, servizio e diritto. La Schiavone è stata brava a tenere la propria battuta con autorità. Poi, sul 4-4, la svolta: la Stosur pasticcia a rete, l'azzurra si guadagna tre palle break. Sam annulla le prime due, ma sulla terza, bloccata dalla tensione, commette l'unico doppio fallo dell'incontro. La Schiavone capitalizza il regalo chiudendo 6-4. Nel secondo set l'australiana reagisce e sfrutta il passaggio a vuoto dell'azzurra scappando 4-1. Francesca non molla, riaggancia la Stosur sul 4-4, e in un attimo si arriva al tie-break. Qui si completa il capolavoro della Schiavone, tra dritti vincenti e discese a rete in controtempo. L'azzurra vola 6-2 con una meravigliosa stop-volley di rovescio e si procura quattro match points. Basta il primo: la Stosur stecca un rovescio, la Schiavone alza gli occhi al cielo, si lascia cadere, porta le mani sul viso. Poi si volta e, come promesso, bacia nuovamente la terra del Philippe Chatrier. Un gesto già entrato nella storia del Roland Garros, come il cuore disegnato con la racchetta dal brasiliano Guga Kuerten. Quando torna in piedi, Francesca vola per l'ultima volta a rete, stringe la mano alla Stosur e scappa in tribuna, dove l'aspettano gli amici venuti dall'Italia. Una gioia incontenibile. Poi, finalmente, la premiazione. La Schiavone riceve la coppa Suzanne Lenglen dalle mani di Mary Pierce. Sorride, alza il trofeo, riceve i complimenti di una Stosur quasi in lacrime, poi prende il microfono: «Ho visto tutte le finali femminili – racconta emozionata – dovrei sapere cosa dire in questo momento, ma non mi vengono le parole. » un momento straordinario, mi sento una campionessa».