Acquisti incauti: l'Inter trema
Un nuovo caso di giustizia sportiva rischia di scuotere il calcio italiano. Difficile prevedere conseguenze clamorose, ma farà discutere. E pure tanto: ci sono di mezzo l'Inter e il suo giocatore più decisivo, Diego Milito, il clamore viene da sé. I fatti: il presidente nerazzurro è stato deferito il 31 maggio scorso dal procuratore federale Stefano Palazzi per presunte irregolarità nella trattativa con il Genoa per gli acquisti di Milito e Thiago Motta realizzati nell'estate 2009, quando il numero uno dei rossoblù era inibito con tanto di richiesta di preclusione in seguito per gli illeciti amministrativi del periodo 2003/04. L'articolo 10 della giustizia sportiva - aggiornato dopo Calciopoli - vieta rapporti e affari con i soggetti sotto squalifica. Così, come i Menarini (proprietari del Bologna) e il ds dell'Arezzo Ceravolo non potevano trattare con Moggi (e per questo sono stati deferiti), lo stesso comportamento irregolare viene contestato all'Inter, deferita insieme al Genoa e a Moratti per responsabilità oggettiva. Anche gli effetti dei trasferimenti concordati tra un presidente in piena carica e uno che non può partecipare a trattative in modo attivo verrebbero annullati. Tradotto: Milito e Motta non avrebbero potuto giocare con l'Inter, così come gli altri giocatori coinvolti nella maxi-trattativa. La Disciplinare dovrebbe ascoltare i protagonisti a metà luglio. Una dichiarazione di Preziosi risalente a quel periodo rafforza la tesi accusatoria di Palazzi: «Mi sono incontrato con il presidente Moratti a colazione e - raccontò il presidente dei liguri - abbiamo raggiunto l'accordo». Cosa rischiano i nerazzurri? L'articolo 17, al comma 8, specifica che «alla società che fa partecipare a gare calciatori ai quali, per effetto di irregolarità imputabile alla stessa società, la FIGC abbia successivamente revocato il tesseramento, è applicata la penalizzazione di un punto in classifica per ciascuna gara cui abbiano partecipato i predetti calciatori». Siccome Milito ha giocato 35 gare (Motta 26) nell'ultimo campionato, se venisse riconosciuta la colpevolezza e applicata la norma, l'Inter perderebbe 35 punti in classifica e consegnerebbe lo scudetto alla Roma. Tutti da valutare, poi, gli effetti sulle competizioni europee. Uno scenario clamoroso ma è assai improbabile che si realizzi: si va verso una squalifica ai protagonisti e multe alle società. La giurisprudenza in materia tranquillizza le società nerazzurra e rossoblù. Per i professionisti (vedi sentenza della Commissione tesseramenti su Giacomo Galli del 2002) gli effetti dell'Articolo 10 sono «ex nunc», quindi la nullità degli atti scatterebbe dalla sentenza sportiva in poi e non avrebbe effetto sul campionato precedente A Trigoria, ovviamente, seguono la vicenda con grande interesse. Ma senza intervenire: al momento non è previsto alcun intervento legale della Roma. Si aspetta che la giustizia sportiva faccia il suo corso, senza illudersi che uno scudetto possa piovere dal cielo.