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L'ultima recita

Il ct della nazionale Marcello Lippi

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Special Lippi per un'Italia al passo di addio. Anche i campioni del mondo in carica sbarcano al Mondiale. E lo fanno guidati di nuovo da un ct destinato a salutare tutti a fine torneo. Disastro o trionfo, vittoria o disfatta, la responsabilità sarà tutta sui 23 giocatori decollati ieri da Malpensa per Johannesburg. Ma ancor più del tecnico campione del mondo. L'antipatico per eccellenza prima della notte di Berlino era diventato docente di motivazioni, dopo il trionfo tedesco. Poi, il ritorno, il nuovo corso, l'assenza di talenti e di nomi di grido, nonchè di dualismi alla Baggio-Del Piero o alla Rivera-Mazzola, hanno tolto glamour alla Nazionale e aumentato gli scetticismi. «Fidatevi di questa Italia» è stato lo slogan iniziale di Lippi. Fidatevi totalmente di me, è stato invece l'invito rivolto ai suoi giocatori. Guai a parlare di paragoni con Mourinho. Quei metodi lui li usava da 30 anni, ha ricordato Lippi quando portando a modello i tre tituli dello special one qualcuno gli faceva notare che l'Inter poteva essere un esempio. Inevitabilmente, però, movenze e filosofia tra Lippi e il gran rivale portoghese (fu proprio con il ct a inizio stagione la prima polemica del tecnico dell'Inter) sono sempre più simili. Il fatto è che Lippi è ben cosciente di dover portare l'Italia oltre i limiti. Il modulo è un rebus, la condizione fisica da verificare, giocatori in grado di cambiare la partita non ci sono e non è solo il tifo italiano a credere poco alle chance di bis dell'Italia. Spagna, Brasile, Inghilterra e Argentina sono le favoritissime. Lippi si appella alla tradizione che vuole che la storia l'abbiano scritta gli Azzurri e non gli altri, brasiliani a parte. D'altra parte il clima di polemiche e isolamento, con la partenza azzurra ha preso definitivamente il decollo. Prima la storia del tifo contro di Renzo Bossi, poi la polemica De Rossi-Tessera del tifoso, poi il video con il labiale di Marchisio poi smentito e il botta e risposta tra Calderoli e la Nazionale. Ieri si è aggiunta il ministro La Russa che rimprovera Cannavaro per aver dato del paese «ridicolo» all'Italia. Non si esalta a sentire il rumore dei nemici, questa Italia, come ha fatto Mourinho. Però si affida in toto al suo leader unico, nel bene o nel male.  

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