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Slovacchia, debutto storico

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Marek Hamsik

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Al debutto in una fase finale del campionato del mondo, la nazionale slovacca non si presenta in Sudafrica per fare numero. Con una selezione giovane che punta su tecnica e solidità, mira infatti senza nascondersi al passaggio del turno. L'unica debuttante di Sudafrica 2010 si è qualificata d'autorità, vincendo il proprio girone con sette successi, uno dei quali ottenuto a Praga contro i «cugini» della Repubblica Ceca, che proprio dell'escalation della giovane nazionale slovacca (e dell'exploit della Slovenia che per due volte ha battuto Hamsik e compagni) ha fatto le spese. Nazionale giovane (esiste solo dal 1993, dopo che la caduta del muro di Berlino ha ridisegnato anche la cartina geografica del calcio) ma non certo priva di tradizione: la Cecoslovacchia, che per anni è stata ad altissimi livelli internazionali, con il picco dell'Europeo del 1976, era in gran parte composta proprio da giocatori slovacchi. Giovani e determinati, poco dissennati e per niente spericolati.   È l'immagine che la nazionale di Vladimir Weiss vuol dare al mondo, quella di un Paese, che dopo l'ingresso in Europa e con un'economia in espansione, vuole affermarsi anche nello sport. Come il «napoletano» Marek Hamsik, sicuro protagonista del mondo del pallone nel secondo decennio del Duemila. Ma senza dimenticare Stansilav Sestak, prolifico attaccante del Bochum che a suon di gol ha portato la Slovacchia in Sudafrica e Martin Skrtel, diventato in breve pilastro del Liverpool e prototipo del difensore moderno: possente fisicamente, veloce e forte di testa. Altra conoscenza del calcio italiano è il difensore Martin Petras del Cesena, neopromosso in serie A. Proprio alla vigilia della definizione della lista dei 23, per la Slovacchia, però, è arrivata una bruttissima notizia: non farà infatti parte della spedizione, per un infortunio al tendine d'Achille, Miroslav Karhan, 33 anni, centrocampista difensivo del Magonza, non certo il più talentuoso ma, sicuramente, l'anima saggia del gruppo che, proprio in Sudafrica, avrebbe potuto raggiungere le 100 presenze in nazionale. Esclusa quest'amarezza, c'è di che stare allegri; la nazionale slovacca, infatti, non è rimasta insoddisfatta per il sorteggio. Accanto al timore reverenziale per i campioni del mondo, c'è la consapevolezza che Paraguay e Nuova Zelanda sono squadre alla portata per definire «realista» l'obiettivo del passaggio agli ottavi di finale: e da lì provare, puntando sull'umiltà e sul collettivo, a diventare la sorpresa del torneo.

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