Il rifiuto di Peruzzi
Peruzzi dice no. Non è ufficiale ma quasi perché il secondo di Lippi in nazionale è orientato a rifiutare la proposta di Lotito di entrare nei quadri dirigenziali della Lazio. Un ritorno che avrebbe fatto felici tifosi e giocatori ma l'assalto è fallito e, a meno di clamorosi ribaltoni, Peruzzi non tornerà nel club che lo ha visto fortunato protagonista per sette anni con 192 presenze. Lotito aveva pensato a lui come rinforzo fondamentale per la società, l'elemento ideale per andare a coprire più ruoli: da uomo immagine a direttore tecnico e persona in grado di mediare tra le posizioni del club e quelle dello spogliatoio. Peruzzi ha ricevuto un'offerta di restare in federazione probabilmente come allenatore dell'Under 21 al posto di Casiraghi. È tentato ma in ogni caso ha sposato la causa della nazionale e, nonostante fosse attratto dalla voglia di rientrare alla base biancoceleste, ha ormai deciso di rifiutare la proposta di Lotito. È chiaro che lo scenario potrebbe cambiare dopo il mondiale se Prandelli stravolgesse gli intendimenti della Figc. Ipotesi impossibile quindi il presidente biancoceleste dovrà indirizzarsi su altri obiettivi anche se negli ultimi giorni, dopo il colloquio con Reja, sta maturando l'idea di non prendere nessuno con i compiti che erano stati assegnati a Peruzzi. O lui, oppure meglio lasciare perdere, questo in sintesi il ragionamento del numero uno della Lazio che ha ricevuto dal tecnico l'ok per poter andare avanti nella stessa condizione dell'ultima fase del campionato. Ossia, Reja come unico referente tra lo spogliatoio e il club. Sul fronte direttore sportivo dopo svariati sondaggi anche su questo discorso c'è stata una frenata di Lotito. Tanti i nomi (Marino sponsorizzato da Reja e Nani sono i favoriti) accostati alla Lazio ma per il momento il presidente e Tare si stanno occupando in prima persona del mercato del club nonostante sembrasse imminente una ristrutturazione societaria. Tant'è, si va avanti così intanto la Lazio incassa il rifiuto di Angelo Peruzzi, il dirigente che avrebbe dato una scossa e ricompattato un ambiente dilaniato da stucchevoli polemiche intestine.