Corea del Nord, difesa implacabile
Sono passati quarantaquattro anni da quel quarto di finale dei Mondiali del '66 in cui la Corea del Nord fu sul punto di eliminare il Portogallo e volare in semifinale. Poi ci pensò il grande Eusebio a rimettere le cose a posto e da quel giorno sul calcio di uno dei paesi più chiusi del mondo calò di nuovo il silenzio. Oggi, dopo tanto tempo, la Corea del Nord riappare in un Mondiale, avvolta nel mistero e ricca d'incognite come la nazionale di quell'unico precedente in Inghilterra; peccato che i nord-coreani la loro nazionale impegnata in Sudafrica rischino di non vederla: il «Grande Leader» Kim Jong-il ha infatti stabilito che le tre sfide contro Brasile, Costa d'Avorio e Portogallo non vengano teletrasmesse in diretta nel paese. Verranno mostrate delle sintesi, ma esclusivamente in caso di risultato positivo. Senza aver affrontato, prima delle ultime amichevoli di preparazione, nessuna delle altre squadre che parteciperanno a questo Mondiale, a parte quelle del continente asiatico, la Corea del Nord arriverà in Sudafrica forte solo dei risultati ottenuti nelle qualificazioni. Sono 16 partite, in cui ha ottenuto 9 vittorie, 5 pareggi ed appena 2 sconfitte, ruolino di marcia che cercherà di confermare in Sudafrica. Il loro allenatore Kim Jong-Hun nell'unica occasione in cui finora ha parlato, ha manifestato grande ottimismo: «Il nostro obiettivo al Mondiale è qualificarci per gli ottavi di finale. Inoltre vorremmo farlo giocando bene. Il nostro girone è il più difficile? Per me tutte e 32 le squadre partecipanti sono forti, altrimenti non sarebbero arrivate al Mondiale». I coreani privilegiano per prima cosa la difesa. Non è una squadra che si getta sconsideratamente all'attacco, e per questo agisce quasi sempre con rapidi contropiedi. Schierata da Kim Jong-Hun con il 3-5-2, arriva a difendersi con dieci giocatori nella propria metà campo per poi affidarsi al senso del gol di Jung Tae-Se. Brasiliani, ivoriani e portoghesi sono avverttiti, il muro nordcoreano sarà duro a morire.