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Appuntamento con la storia

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Francesca Schiavone

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L'occasione di una vita. La partita dei sogni. Francesca Schiavone è pronta. Oggi, alle 15, sul campo Philippe Chatrier (diretta Rai2 ed Eurosport), l'azzurra sfiderà l'australiana Samantha Stosur nella finale del Roland Garros, il campionato del mondo sulla terra battuta. «Essere qui è incredibile, aspetto questo momento da quando sono piccola. Voglio viverlo al massimo, divertirmi e portare in campo tutto ciò che ho costruito nella vita». L'impresa della Schiavone è già storica. Nessuna tennista italiana era mai andata così avanti in un torneo dello Slam. Fermarsi a pochi metri dal traguardo sarebbe un peccato, ma l'ultimo ostacolo è davvero duro. La Stosur ha giocato un gran torneo, eliminando la pluricampionessa Justine Henin, annullando un match point a Serena Williams e schiantando Jelena Jankovic. L'australiana, numero 7 al mondo, ha dimostrato in passato di non soffrire il gioco «antico» della Schiavone, fatto di accentuati top-spin di diritto, velenosi back di rovescio e precise discese a rete in controtempo. La Stosur ha vinto gli ultimi quattro confronti diretti senza mai cedere un set, mentre l'unico successo dell'azzurra è datato 2005. Cifre davvero poco incoraggianti, come l'analisi dei due match disputati sulla terra, superficie sulla carta favorevole alla Schiavone: nel 2007 a Roma la milanese ha raccolto la miseria di sette giochi, l'anno scorso a Parigi addirittura sei. Entrambi, però, erano incontri di primo turno. Ed è curioso notare come un match giocato dodici mesi fa su un campo secondario, valga oggi il titolo dello Slam francese. Ecco, la speranza azzurra sta sì nel momento di forma della Schiavone, ma soprattutto nell'incognita psicologica. Entrambe sono infatti alla prima esperienza ad alti livelli. La milanese, è vero, porta il peso di un'intera nazione, da troppo tempo a digiuno di successi tennistici. Ma anche per la Stosur si tratta della prima finale in uno Slam. Conterà molto l'approccio mentale, la capacità di controllare le emozioni e sfruttare le occasioni. Perché, come ricorda la Schiavone, «Samantha è forte fisicamente, mentalmente e ha una classifica migliore, dunque parte favorita. Ma nello sport può accadere di tutto». L'Italia tennistica aspetta con trepidazione le tre di oggi pomeriggio e sogna l'impresa, 34 anni dopo il successo di Adriano Panatta. Alla finale maschile in programma domani, attesa rivincita tra Rafael Nadal (6-2, 6-3, 7-6 a Melzer) e Robin Soderling (6-3, 3-6, 5-7, 6-3, 6-3 a Berdych), si penserà a tempo debito. Magari ancora storditi dall'ennesima impresa di Francesca Schiavone.

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