Ghana, senza Essien sarà dura
Guidato dal serbo Milovan Rajevac, il Ghana si presenta alla fase finale dei Mondiali del Sudafrica con una formazione giovanissima, che si fonda sul gruppo che, ad ottobre dell'anno scorso, ha trionfato nel Mondiale Under 20, battendo in finale il Brasile. La Nazionale ghanese, meglio nota in patria come la squadra delle «Black stars», si appresta a vivere la seconda esperienza ad un Mondiale, dopo il significativo cammino di Germania 2006, che si è concluso negli ottavi con la sconfitta subita nel match contro il Brasile. Il recente secondo posto conquistato in Coppa d'Africa conferma la continuità di questa compagine; adesso, il gruppo è più maturo ed i calciatori ghanesi hanno assimilato nuove esperienze formative. Otto dei campioni del mondo Under 20 sono stati trapiantati nella Nazionale maggiore e 3 di loro, Inkoom, Ayew e Badu, sono titolari inamovibili. Le «stelle nere» sopperiscono alla mancanza d'esperienza con la perfezione degli automatismi, che permette loro di colpire e poi di chiudersi in difesa, sfruttando i gol dell'unica punta Gyan. Il Ghana ha mostrato alla Coppa d'Africa una retroguardia davvero solida, a partire dal portiere Kingson; un'eccezione, visto che tradizionalmente il calcio del continente nero pecca in organizzazione, concentrazione difensiva e applicazione. La maggior parte degli uomini di Rajevac gioca nei campionati esteri in squadre di discreta caratura tecnica, salvo Michael Essien, centrocampista centrale del Chelsea, e Sulley Muntari, anche lui centrocampista, in forza all'Inter pigliatutto. E proprio l'assenza di Essien, definitivamente fuori causa per un infortunio al ginocchio che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco fin da gennaio, potrebbe ridurre sensibilmente il potenziale degli africani. Riusciranno i nostri eroi a fare a meno del loro fuoriclasse?