Ansia Adriano

Dalle notti brave tra birra, donne e litigi, ai presunti rapporti con i narcotrafficanti delle favelas. A pochi giorni dall'accordo raggiunto con la Roma, Adriano continua a far parlare di sé in Brasile. E il calcio non c'entra nulla. Ieri sono riafforati i fantasmi del passato. L'«Imperatore» - atteso nella Capitale la prossima settimana - è coinvolto in una vicenda dai lati oscuri: la polizia sta indagando sui suoi rapporti con alcuni boss delle favelas. Adriano è stato convocato dagli investigatori del dipartimento PD 38 di Rio de Janeiro per fornire ulteriori chiarimenti su una vicenda ancora non risolta: doveva essere ascoltato ieri ma non si è presentato. Al suo posto c'era un avvocato che ha chiesto il rinvio dell'interrogatorio, mentre la polizia ha dato un nuovo ordine di comparizione per domani.   Il giocatore avrebbe regalato due moto Honda del valore di 35mila dollari a tale Mica, boss della favela dove è nato Adriano, intestandole alla madre del malvivente. La polizia sta indagando anche sui rapporti tra il giocatore e Atanasio Fabiano da Silva, detto FB, sulla testa del quale pendono otto mandati di cattura, di cui tre per omicidio. Il caso è tornato all'attenzione dei media locali dopo che il quotidiano «O Dia» ha deciso di pubblicare delle foto che ritraggono Adriano armato. Foto che il quotidiano possedeva da due mesi e che risalgono al periodo in cui l'attaccante militava nell'Inter. Negli «scatti» il neo-romanista si trova nella cucina della sua abitazione di allora, a Como. «Indagheremo - fa sapere il capo del dipartimento di polizia - perché vogliamo capire i rapporti del calciatore con i trafficanti di droga». «Ma l'arma impugnata da Adriano - ci assicura al telefono dal Brasile il suo manager Gilmar Rinaldi - è un giocattolo, mentre quella della persona che gli sta accanto è in realtà la base di un abajour». A sostegno di questa tesi la foto che pubblichiamo in questa pagina. In un'altra immagine comparsa su «O Dia» Adriano ride mentre mostra con le dita insieme al suo misterioso compagno le iniziali di «CV», ovvero l'acronimo una banda criminale brasiliana.   «Stavano solo scherzando. Queste foto sono frutto - aggiunge Rinaldi - di un tentativo di estorsione che il giocatore ha denunciato a giugno 2007. Ma questa persona non si è ancora arresa e sta cercando di incastrarlo. Risolveremo tutto e confermo che arriverò in Italia insieme al giocatore la prossima settimana». La Roma si fida e li attende. In ogni caso, per la seconda volta in meno di tre mesi Adriano si ritrova a dover rispondere a una chiamata della polizia. Ad aprile ha negato di aver regalato le moto al boss, pur ammettendo che Mica è un amico di infanzia. In suo favore si è presentato alla polizia anche un suo amico, Marquinhos, colui che ha acquistato le moto, ma ci sarebbero delle contraddizioni nelle testimonianze. Il nome di Adriano è rimasto nel fascicolo d'indagini sul commergio di droga nella regione. Insomma il caso non è chiuso e - sempre secondo «O Dia» - Rinaldi, prima di accordarsi col ds romanista Pradè a Rio, avrebbe spiegato alla presidentessa del Flamengo che il giocatore doveva lasciare il club brasiliano perché «una nuova bomba stava per esplodere». È esplosa ieri.