Gilardino ci crede: "È il mio mondiale"
Il violino, assicura Alberto Gilardino, è accordato. E nonostante l'umiltà del personaggio l'obiettivo è ambizioso: «Sento che sono al Mondiale della svolta: è il secondo, ho 27 anni, sto bene.Insomma è la grande occasione, avverto che è il mio momento. E quando segnerò esulterò come sempre, suonando il violino». È stato costretto prima a rincorrere la maglia numero 9 in azzurro, dietro Toni, e poi a difenderla dagli assalti esterni di Amauri e degli scettici. Poi l'attaccante viola ha segnato il gol della qualificazione al Mondiale lo scorso 10 ottobre, a Dublino per il pari con l'Irlanda. E ha chiuso il girone con la tripletta di Parma contro Cipro. Ora, la gerarchia azzurra - in attesa che domani Lippi ufficializzi i cinque tagli - lo vede in testa nel ruolo. Però la sfida che deve vincere è con se stesso. «Ho detto in passato che mi manca la consacrazione in azzurro: nella mia carriera ho fatto benissimo non solo i due anni di Parma - rivendica l'attaccante - c'era anche la prima stagione Milan, e quella scorsa con la Fiorentina. E basta rievocare gli anni rossoneri, ricordo a tutti che ho segnato 45 gol in tre stagioni giocando poco. Però mi è mancata la continuità di anno in anno». Il centrocampo azzurro riparte da Andrea Pirlo, sperando di rivedere il giocatore che con le sue geometrie trascinò l'Italia. Tanti i ricordi che il fuoriclasse rossonero si porta dal 2006, uno su tutti la semifinale vinta contro la Germania, «è stata un'emozione che non dimenticherò mai perchè penso che non ci sia nulla di meglio che vincere all'ultimo minuto dei supplementari in uno stadio pieno di tifosi tedeschi». In Sudafrica l'Italia troverà tutt'altro clima «ma potrebbe essere un bene giocare in inverno, perchè non farà caldissimo». Per quanto riguarda la corsa alla Coppa, Pirlo indica come favorite «Inghilterra, Brasile e soprattutto Spagna mentre come giocatori punterei su Xavi, che sta lasciando il segno ai più alti livelli da anni, e Rooney, che è giovane ma già fortissimo. Per noi non partire favoriti sarà un vantaggio».