Sudafrica, i padroni di casa
Il ct brasiliano Carlos Alberto Parreira, arrivato appena ad ottobre sulla panchina della squadra che organizza il mondiale, non ha dubbi: «Siamo noi la più debole delle sei nazionali africane presenti». È una vecchia volpe, Parreira, ma non sembra bluffare, anche perché i suoi «Bafana Bafana» non sono riusciti nemmeno a qualificarsi per la Coppa d'Africa a gennaio. Se il momento, per il paese, è storico, le effettive possibilità di superare la prima fase - exploit mai raggiunto nelle due presenze ai mondiali (1998 e 2002) - sono esigue. E il Sudafrica, 90° nel ranking Fifa, penultimo dei 32 qualificati, sarebbe il primo paese organizzatore a non superare la prima fase. A favore delle speranze dei padroni di casa c'è la buona performance in Confederation Cup, l'anno scorso - battuti di misura dal Brasile in semifinale, poi dalla Spagna nella finale per il terzo posto - e il sostegno del pubblico che sarà senza dubbio incessante e coloratissimo. I due giocatori sui quali si fondano le speranze sudafricane sono Benny McCarthy e, soprattutto, Steven Pienaar, entrambi protagonisti nel campionato inglese. Ma se il primo non è più il bomber di un tempo, il secondo è reduce da un'ottima annata con l'Everton.