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Ritorno al passato per le due promosse

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Duesquadre, due città, che con la Serie A hanno avuto assidue frequentazioni, con qualche piccola parentesi di gloria, sia pure marginale. Soprattutto, tornano nella massima divisione due impianti tra i più attrezzati, e dunque apprezzati, dell'intero panorama nazionale, lo Stadio della Via del Mare e il Dino Manuzzi, quest'ultimo ristrutturato in tempi recenti e diventato un autentico gioiellino. Fossero stati tutti di quel livello, gli stadi proposti all'Europa dal progetto colabrodo presentato dalla nostra federazione, l'Italia avrebbe forse rimediato meno barbina figura. Forse non mettendo in pericolo la scontata egemonia della Francia, ma almeno evitando un imbarazzante raffronto negativo con la Turchia. Parliamo, inoltre, di società che hanno entrambe regalato esempi di illuminante gestione societaria, in relazione ai rispettivi bacini di utenza. Del Lecce, è giusto ricordare un personaggio di devastante simpatia come Antonio Jurlano, con lui nessuno aveva la possibilità di annoiarsi, con lui non avevano vita facile neanche i ricchi gestori della squadre più illustri. Va sottolineata anche l'opera della famiglia Semeraro, protagonista di tante iniziative di solidarietà, specialmente verso l'infanzia vittima di disagi in tanti angoli del mondo. Le due neopromosse si erano affidate a tecnici di differente estrazione, per il Lecce l'esperienza, la solidità, il pragmatismo di un collaudato professionista come Luigi De Canio, per il Cesena la continuazione di una scommessa felice. Era stato infatti Pier Paolo Bisoli a riportare la squadra dalla terza alla seconda serie, per poi centrare un altro trionfale balzo consecutivo. Due squadre con le quali la Roma ha avuto qualche problema, in passato, ma non attraverso episodi che potessero destare acrimonia. Protagonisti i pugliesi, già retrocessi, di un'incredibile impresa corsara all'Olimpico, cancellando il sogno scudetto della Roma di Eriksson, capace di una incredibile rincorsa sulla Juventus. Del Cesena non serba invece un buon ricordio uno dei grandi della storia giallorossa, Giuseppe Giannini, a lungo storico capitano. Al suo esordio in Serie A, nella primavera del 1981, aveva offerto al romagnolo Genzano il pallone della sorprendente sconfitta interna della Roma. Un altro palcoscenico di lusso, la prima classe potrebbe ancora trovarlo, se a centrare la promozione, tra le quattro interpreti dei playoff, fosse il Torino, stagione travagliata però primato nel girone di ritorno per i granata di Colantuono. Crudelmente deluso dalla mazzata di Padova, il Brescia ci riprova dalla porta di servizio, ma le due squadre che appartengono alla storia del calcio dovranno fare i conti con le provinciali di lusso, protagoniste a sorpresa. Per il Torino c'è il Sassuolo, privilegiato dalla classifica e dunque in grado di raggiungere la finale anche con due partite in equilibrio. Forse proibitivo il confronto con il Brescia per il Cittadella, che parte in svantaggio, ma ha già prodotto esplosive sorprese. Gia. Giu.

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