Lottomatica, l'ora dei processi
Doveva essere l'anno del riscatto per una Lottomatica che, Bottai dixit, era stata costruita «con un po' meno soldi e un po' più di idee», ed è invece naufragata in una stagione che ha peggiorato quella precedente. Dieci le tappe significative della via crucis virtussina. Si comincia dall'eredità dell'eliminazione del 2009 quando Gentile fu confermato nonostante la disastrosa uscita per mano dei piemontesi. Sarebbe stato più giusto affidare la nuova creatura a mani più esperte. Altrettanto grave, dopo l'addio-fuga di Bodiroga, non inserire nello staff societario un conoscitore della materia cestistica decidendo per la soluzione interna, promozione di Bottai a gm, con i risultati di una squadra costruita con poco criterio. Una delle mosse sbagliate del duo Gentile-Bottai è stata, dopo il mancato arrivo di Poeta, cambiare strategia e affidare la regia a Jaaber che playmaker non è. Mossa letale per la chimica di una squadra con scarsa leadership. Quasi per effetto domino altre due perle sono state prima la firma di Minard e Winston che sono andati a intasare un ruolo dover erano già presenti De La Fuente e Datome, poi la mancata ricerca di una guardia tiratrice, ruolo rimasto scoperto. Tra estate e inizio stagione c'è stata la risibile gestione del caso De La Fuente, messo da parte e recuperato poi in fretta e furia per i problemi fisici di Datome. Tutto questo in un clima di difficili rapporti verso l'esterno figli di una sindrome d'accerchiamento che è stata spesso un alibi per coprire le proprie magagne. Ha pesato tanto anche l'incapacità di decisioni rapide che s'è palesata con l'attendismo, la squadra era terzultima in campionato, nell'arrivare al passaggio di consegne tra Gentile e Boniciolli che ha compromesso il cammino in Eurolega. E si arriva così ai giorni recenti con la gestione dell'infortunio di Hutson, che ne ha precluso l'utilizzo nei playoff, e per ultimo l'isterico mercato di riparazione. Dall'annunciato, da parte del gm, arrivo di Jagla, mai però sbarcato nella capitale, a quello reale di un Dragicevic rivelatosi giocatore ancora immaturo, passando per la partenza di Minard, quando questo si stava dimostrando l'esterno più dinamico ed in forma del lotto, fino all'arrivo di due sbandierate addizioni, Washington ed Heytvelt, che il campo ha però trasformato in sottrazioni. Un minestrone di errori che si spera non vengano ripetuti per poter ripartire con una squadra più logica.