Passerella rosa per Ivan il Terribile
Il più è fatto. Ivan Basso ha le mani sul Giro d'Italia, il secondo della sua carriera dopo il trionfo del 2006 quasi cancellato dai due anni di stop per il suo coinvolgimento nell'Operacion Puerto. Il varesino ha controllato alla perfezione la ventesima e penultima tappa, la Bormio-Ponte di Legno di 178 chilometri e, aiutato da quell'autentico squadrone che è la Liquigas, ha tenuto bene a ogni tentativo di manovra di David Arroyo, in realtà mai pericoloso nonostante avesse deciso ugualmente di partire con il telaio rosa. NIBALI SUL PODIO - Ivan il Terribile ha lasciato sfogare gli attaccanti di giornata sui cinque Gran premi della momtagna di giornata, è salito su a buon ritmo sulla Cima Coppi del Giro, il Gavia, ha fatto scappar via l'iridato Cadel Evans, alla caccia di punti preziosi per la maglia rossa ed ha perfino concesso un gentile omaggio al suo compagno di squadra Vincenzo Nibali, soffiando in volata il terzo posto a Michele Scarponi e dunque l'abbuono che avrebbe portato sul podio il marchigiano dell'Androni. Un gesto da capitano vero, che ripaga così lo "Squalo dello Stretto" dalle fatiche di tre settimane e dall'aver rinunciato ad ogni dualismo interno. LA TAPPA VA A TSCHOPP - Basso è dunque vicinissimo al traguardo perchè ha ora da Arroyo 1'15'': la crono di domani con traguardo nell'Arena di Verona servirà solo come passerella per un'impresa ormai messa in bacheca. Per la vittoria di tappa è stata battaglia sin dall'inizio, con Gilberto Simoni intenzionato a fare il colpaccio nell'ultima prova in linea della sua carriera. Il trentino della Lampre ci ha provato a ripetizione, alimentando una fuga a venti con dentro Cunego, Lloyd, Sastre e Vinokourov, scattando con il bravo francese Moncoutiè sul Foscagno, ritrovandosi solo con lo svizzero Johan Tschopp sul Gavia. Qui però il "Gibo" ha trovato pane per i suoi denti e nello sprint a due per l'illustre scalpo si è dovuto inchinare all'elvetico della Bbox Bouygues Telecom, che dal suo spunto trova energie fisiche e mentali per una lunga discesa verso il Tonale. La vittoria è di questo elvetico senza pedigree ma con gambe e cuore eccellenti, il secondo posto è del coraggioso Evans, che va via dal gruppetto maglia rosa per annichilire anche Vinokourov e l'ottimo Righi, trovatosi lì davanti a dispetto di una vita da gregario. Peccato che, strada facendo, abbia dovuto ritirarsi Stefano Garzelli, ancora malconcio per la caduta di ieri sul Mortirolo. PASSERELLA A VERONA - Domani l'atto finale del Giro. La ventunesima tappa, una cronometro individuale di 15 chilometri sulle strade veronesi, non dovrebbe cambiare la classifica ma offrire un'altra giornata di emozioni intense. L'arrivo della prova contro il tempo è nel suggestivo scenario dell'Arena di Verona, laddove Francesco Moser trionfò nel 1984 con la maglia rosa. Il percorso prevede quasi a metà gara un'unica asperità, la salita delle Torricelle, che sarà affrontata in senso inverso rispetto ai Mondiali del 1999 e del 2004: 277 metri di altitudine, Gpm di terza categoria, pendenze non certo irresistibili. Difficile dunque che nella bella città veneta succedano scossoni in classifica, visto che i distacchi tra i big non dovrebbero superare il mezzo minuto.