Fuori campo i francesi ce le suonano
Ediciannove vittorie italiane contro le otto francesi nelle sfide che contano. Per sessantadue anni di fila (dal 1920 al 1982), i cugini d'Oltralpe mai hanno sconfitto gli Azzurri. Ma, a dispetto della verità dei risultati perfino nel gioco di squadra - e ogni riferimento alla fresca vittoria europea dell'Inter col Bayern è voluto -, negli incontri istituzionali i francesi ce le suonano. E non soltanto loro. Allo stadio primeggiamo noi, ma negli uffici internazionali che decidono i grandi eventi l'Italia, pur vincendo sul terreno di gioco, perde a tavolino. Insopportabile, ormai. Dall'Europeo ci hanno escluso per la seconda volta. Il nostro Paese s'era candidato per ottenerlo anche tre anni fa. E invece scelsero Polonia e Ucraina per il 2012. Ma alla larga dal vittimismo. Non c'è alcuna congiura contro Roma. Può esserci invidia per i campioni, quali siamo, ma è umano. Né ha senso discutere se il progetto presentato dall'Italia fosse migliore o no di quello francese; oltre che di quello esposto dalla Turchia, altro Paese che ci ha superato di gran lunga al momento del verdetto-Uefa. Qui non sono in ballo le simpatie o la validità delle proposte tecniche, solamente. Qui è in ballo soprattutto la politica, tant'è che la delegazione francese a Ginevra era capeggiata dal presidente della Repubblica, Sarkozy, in persona. E aveva ministri, sottosegretari, figure riconoscibili a livello planetario, come il calciatore Zidane. Simboli. Anche la Turchia contava su una rappresentanza al massimo livello, a fronte del nostro solitario sottosegretario, Rocco Crimi, che ha “portato i saluti” di Berlusconi…Ma perché i governi italiani non fanno come Sarkozy? Perché sono tanto timidi, sempre e da sempre, nel far valere le buone ragioni dell'Italia? S'impari la lezione, allora, visto che presto la capitale dovrà battersi per riavere le Olimpiadi nel 2020. Si rispolveri il «metodo-Expo», quando le istituzioni, le amministrazioni e perfino la politica italiana «fecero squadra» e, infatti, strapparono l'Esposizione universale per Milano nel 2015. E' quasi indecente che il Paese più forte al mondo nel calcio dopo il Brasile, il Paese della Ferrari e di Valentino Rossi, cioè del primato assoluto e riconosciuto, il Paese che figura al quarto posto per medaglie d'oro complessivamente conquistate alle Olimpiadi, sia così incapace d'essere all'altezza di sé, ogniqualvolta gioca una partita istituzionale.