Francia padrona
Piazza di Siena è quasi cosa loro, dei cavalieri di Francia che ieri sono andati a segno per la diciannovesima volta nella 78ª Coppa delle Nazioni (15 ostacoli da un metro e sessanta, 520 metri, 200 mila euro di montepremi) bruciando, nella seconda manche, i giallorossi di Spagna che nel primo giro (chiuso in parità coi transalpini) intravedevano, dopo 56 anni di digiuno, il loro secondo successo nell'ovale settecentesco di Villa Borghese. Oltre alla Francia (quattro al toto, era la favorita dopo gli Stati Uniti) a «matare» gli iberici infine erano pure Gran Bretagna seconda e Irlanda terza; poi dopo la Spagna si piazzavano Germania, Usa e settima Italia (Gianni Govoni su Aboyeur, Giuseppe D'Onofrio/Landzeu, Gabriele Grassi/American Blu, Natale Chiaudani/Seldana) davanti a Svizzera, Svezia e alle eliminate in prima manche Olanda e Polonia. I binomi di Parigi (Penelope Leprevost/Mylord Carthago con due netti, Kevin Staut/Silvana, Nicolas Delmotte/Lucciano, Patrice Delaveau/Katchina Mail) concludevano con sole 4 penalità, britannici ne assommavano 8, irlandesi e spagnoli 12, italiani 24 raddoppiando le 12 con cui avevano chiuso - ottavi su nove squadre ammesse al secondo round - il primo giro. Sotto la tradizionale pioggerellina - in tribuna Renato Schifani, presidente del Senato e seconda carica dello Stato - erano proprio gli azzurri a suonare la carica nella prima manche con un percorso netto e miglior tempo di Govoni (rientrato in squadra dopo tre anni di assenza) che faceva sussultare il pubblico. Se D'Onofrio era il più regolare degli italiani - 4 penalità al primo giro e altrettante al secondo - la matricola Grassi e il vicecampione d'Europa 2009 Chiaudani con 8 penalità ciascuno facevano scendere, nella prima manche, la squadra del ct Fuchs al penultimo scalino valido. Nel round conclusivo era invece Govoni a commettere un doppio errore: la classica «pelata» (ostacolo appena strusciato) alle tavole dopo la riviera e una botta all'ultima barriera («eravamo ormai deconcentrati io e il cavallo»). Grassi e Chiaudani dimezzavano i danni (4 penalità ognuno) ma ormai solo svizzeri e svedesi facevano peggio degli azzurri, settimi (nel 2009 furono ottavi).