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Bolt fa splendere la Diamond League

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L'altromondo è Usain Bolt, esordiente nella Diamond League di atletica a Shanghai, seconda tappa del circuito di meeting internazionali dopo quella iniziale di Doha, rivelatasi semifallimentare vuoi per la scarsa centralità mediatica vuoi per l'assenza del fuoriclasse giamaicano, l'unico atleta in circolazione capace di riversare attenzioni e folle negli stadi di mezzo mondo. Fulmine di nome e di fatto, il pluriolimpionico e primatista mondiale ha disertato la tappa disputata nella capitale del Qatar preferendo esibirsi in un agevole cento metri sulla pista sudcoreana di Daegu, sede, nella prossima stagione, dei campionati mondiali. Ha vinto a mani basse in 9"86, ampiamente al di sopra del suo primato mondiale (9"58) realizzato nell'agosto scorso ai Mondiali di Berlino. Sulla pista cinese, indifferente, come sempre, della concorrenza, Bolt firmerà l'esordio stagionale sui 200 metri, avendo come unico avversario le proprie gambe. Si ricorderà come sia all'Olimpiade di Pechino, sia a Berlino, il giamaicano abbia impressionato per la disinvoltura con cui ha reso legnosi gli avversari. Tra costoro, solo due atleti appaiono in condizione di infastidire in qualche modo il primatista, il connazionale Asafa Powell e lo statunitense Tyson Gay. Secondo accorta regia degli organizzatori dei meeting più importanti, gli scontri diretti fra i tre velocisti si verificheranno più avanti nella stagione. Ma, come è stato confermato in occasione delle ipertrofiche dimostrazioni di superiorità esibite lo scorso anno a Berlino, Bolt appare invulnerabile. Salvo che non inciampi nei due o tre appoggi iniziali, e rotoli a terra.

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