Champions: l'ultima fatica di Mou per scrivere la storia dell'Inter

MADRID - Non è Martin Luther King ma anche Josè Mourinho ha un sogno: vedere piangere Massimo Moratti con la Champions in mano stasera dopo aver battuto il Bayern Monaco al Bernabeu. Sarebbe una «coppa speciale» per un «presidente speciale» che altro non è che il primo dei «tifosi speciali» dell'Inter. Poi, quando vedrà ad Appiano Gentile la foto di Moratti trionfatore vicino a quella di suo padre Angelo con le coppe del 1964 e del 1965 potrà andarsene con la coscienza completamente a posto. C'è la versione buona e serena del tecnico portoghese in conferenza stampa a Madrid, e questo è un segno solo in parte buono per i tifosi interisti. Le dichiarazioni sul suo futuro sono più o meno sempre le stesse di quelle delle scorse settimane, ma ormai in Spagna pubblicano anche i dettagli del suo contratto triennale da 10 milioni di euro pronto solo da firmare con i dirigenti del Real Madrid. E la faccia un po' nostalgica di chi pensa solo a far felice gli altri sembra la fotocopia di quella mostrata nel 2004 quando vinse la Champions con il Porto lasciando soli in campo i suoi giocatori a festeggiare, mentre lui si preparava ad andare al Chelsea di Roman Abramovic. Non parla neanche male del calcio italiano da cui «ha imparato molto», riserva una piccola frecciatina al Bayern Monaco che «ha preparato la maglietta celebrativa e la festa con tanto di pullman per attraversare la città, mentre noi non abbiamo preparato nulla...». Ha pure il tempo per uno scambio di doni con un giornalista russo che gli regala una corona e riceve in cambio la giacca della sua tuta. È a Madrid dove probabilmente allenerà presto ma intanto oggi si sveglierà e penserà: «Oh, fra qualche ora giocherò la finale di Champions. Il cuore andrà un pochino più veloce - racconta - la temperatura del corpo salirà un po', ma quando scendo dal pullman inizia quello che più mi piace e mi sentirò nel mio habitat naturale». Fino al fischio finale dell'arbitro Webb ci sarà solo Inter-Bayern Monaco. Salvo sorprese è accantonata l'alternativa del centrocampo a rombo con due punte, a vantaggio del 4-2-3-1. Chivu sarà il quarto difensore a sinistra, con Zanetti che coprirà tutta la fascia sulle piste di Robben, considerato il pericolo pubblico numero uno in assenza dello squalificato Ribery. La Champions «è l'Eldorado del calcio dei club», altro che Supercoppe o Intercontinentali, e quindi la sua Inter «giocherà per un sogno. E dopo la partita, vita nuova per tutti, non solo per me: c'è chi andrà al Mondiale, chi in vacanza, chi partirà e chi resterà. Ma quando finirà la partita, non posso dire che sarà l'ultima con l'Inter». Non lo può dire ora, ma «forse fra 4-5 giorni, una settimana, sarà questa la decisione». Prima però gli piacerebbe «tanto tanto tanto dare un piccolo contributo per far succedere qualcosa di fantastico per la famiglia Moratti». Massimo lo ha salutato prima dell'allenamento, garantisce che «non era un addio» e spiega come oggi sarà «il giorno emotivamente più importante». Quarantacinque anni di attesa possono bastare.