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Olimpiadi 2020, tocca a Roma

Olimpiadi 2020, Alemanno spera

Venezia affonda: verdi di rabbia

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Salone d'onore del Coni, ore 13.29: Roma è ufficialmente la candidata italia nella corsa per l'assegnazione dei 32esimi Giochi Olimpici e dei sedicesimi Paralimpici in programma nel 2020. Esattamente mezzo secolo dopo la Capitale riscopre l'emozione di una Olimpiade, proprio nell'anno dei festeggiamenti per la ricorrenza storica dei Giochi di Roma '60: e lo fa in grande stile vincendo per distacco il ballottaggio contro un'altra capitale internazionale come Venezia. Il Consiglio Nazionale del Coni non ha avuto dubbi su chi tra la Città Eterna e la capitale lagunare avesse i requisiti migliori per rappresentare l'Italia in questa nuova avventura. Decisione presa quasi all'unanimità dai sessantasette membri (c'erano quindi 11 assenti) del Consiglio Nazionale: ai quali vanno aggiunti un astenuto Giovanni Ottoni e un contrario Giuseppe Leoni. Del resto, la decisione vera l'aveva già presa la Giunta Coni che si era riunita in mattinata e che aveva analizzato nel dettaglio i report della commissione (chiamata Comitato Ristretto) incaricata di valutare i due dossier. Ai quali aveva dato, secondo prassi pretesa dal Cio, un punteggio che andava da 21 a 35 agli undici punti del questionario olimpico. Analizzate le carte, fatto tutti i controlli, comprese le visite «guidate» alle due città in questione, il Comitato lo scorso lunedì ha attribuito a Roma un punteggio molto vicino a quello massimo: 32,5 punti. Mentre Venezia con 20,1 e quindi sotto la soglia minima prevista dal regolamento è stata così giudicata inadeguata a rappresentare l'Italia in questa corsa all'assegnazione dell'Olimpiade del 2020. Da qui la Giunta ha deliberato la proposta di Roma quale «wishing city»: delibera che poi il Consiglio nazionale a seguito della suddetta votazione ha ratificato con la trasparenza e la precisione (c'è a disposizione un mondo di carte, numeri e comparazioni) pretesa dalle due concorrenti: soprattutto quella del Nord che aveva gettato ombre sulla trasparenza della decisione. E Petrucci è partito proprio da questo presiedendo il Consiglio di ieri. «È una candidatura forte e credibile, che ha delle chance di vittoria perchè l'Italia non gareggia mai per partecipare. Alcune volte si era detto che sarebbe stato facile ma non abbiamo vinto - ricorda il numero uno dello sport italiano - stavolta è difficile, ma non impossibile. E non credo che, come nel passato, si possa restare vittima del "fuoco amico". Sono convinto, o almeno mi auguro fortemente, che la candidatura di Roma sarà appoggiata da tutto il Paese. Qualche chance in più rispetto all'altra volta ce l'abbiamo: Venezia, di fronte a Roma, era una candidatura forte ma non vincente». Insomma l'input del Coni è quello di unire gli sforzi italiani attorno ad un'unica candidatura che da iei è quella di Roma. Concetto rafforzato da Mario Pescante membro del Consiglio Nazionale, ma soprattutto vice-presidente del Cio: di fatto il «nostro» uomo all'Avana. «Gli altri Paesi si presentano sempre uniti, senza voci di dissenso, a partire da domani (oggi, ndr) Roma avrà bisogno di tante cose, ma soprattutto di avere alle spalle una nazione unita, l'intero sistema Italia. È necessario che tutti remiamo dalla stessa parte. Non ci sarà bisogno di procedure speciali, abbiamo 10 anni di tempo: la scelta di Roma è una decisione responsabile e consapevole». Peccato che, come sempre in Italia, c'è qualcuno che non la pensa così.

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