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Farrar allo sprint

Lo statunitense Tyler Farrar esulta sul podio

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Dal Giro 2010 arriva una notizia clamorosa: dopo giorni di inossidabile maltempo è tornato a splendere il sole. E un'altra notizia senza precedenti in questa edizione della corsa rosa: la tappa ha avuto uno svolgimento regolare, rispettando tutte le consuetudini di una frazione definita «facile»: partenza lanciata, fuga da lontano destinata a essere annullata, volatone conclusivo. È successo nella Avellino-Bitonto, 230 km ondulati ma evidentemente senza picchi tagliagambe. I tre coraggiosi di giornata rispondono ai nomi di Dario Cataldo, Hubert Dupont e Charlie Wegelius, andati in fuga coscienti che, col bel tempo a non mettere i bastoni tra le ruote agli inseguitori, sarebbe stato molto difficile giungere in porto. E infatti l'avventura si è esaurita a 16 km dal traguardo, col plotone che ha annullato il tentativo dei tre, lanciato verso la sfida fra i vari treni degli sprinter. Una sfida messa invero a dura prova dalla tortuosità delle strade bitontine, che invitavano alla volata di rapina più che a quella di potenza pura: e proprio le due curve e controcurve nei 400 metri finali hanno permesso alla Garmin di mettere in scena un bellissimo anticipo, con Julian Dean che ha preso in avanscoperta la penultima svolta, e il suo capitano Farrar che è stato furbo e sveglissimo a capire di doverlo seguire sull'ultima: in mezzo alla morsa anglosassone Fabio Sabatini, che nulla ha potuto quando l'americano in maglia rossa si è accodato a Dean e l'ha superato, andando ad alzare le braccia sotto lo striscione per la seconda volta in questo Giro. Oggi tappa interminabile, Lucera-L'Aquila, 262 km che si prestano a imboscate: Vinokourov e Pozzovivo (tra gli altri) hanno già promesso di movimentare le cose.

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