Polemica sullo striscione "dedicato" a Totti

Non bastava agli interisti l'aver vinto il diciottesimo scudetto della loro storia, quinto consecutivo, nonché secondo (e probabilmente ultimo) dell'era Mourinho. No, al danno hanno voluto mettere anche la beffa: sempre contro i giallorossi. Una beffa pesante, di quelle che non vorresti mai legare a una partita di calcio e soprattutto ai festeggiamenti per la vittoria di uno scudetto. Ecco allora che durante i cortei nerazzurri di domenica sera, quando la squadra arriva a piazza del Duomo dal pullman dei giocatori viene esposto uno striscione che recita: «Totti anzi che il pollice in bocca mette l'indice in c...». Ennesima dimostrazione di come vincere a volte (probabilmente a chi è troppo abituato a farlo) non basti. Inevitabili le reazioni e lo sdegno della Capitale: ma non solo. Ranieri ci è andato pesante chiedendo parità di trattamento: vista la squalifica arrivata al suo capitano per i gesti post-derby. «Come è stato sanzionato Totti, spero che vengano sanzionati quelli che erano lì. Solo se venissero sanzionati quelli che erano lì, ci sarebbe giustizia. A me piace essere equo e Totti si è rivolto, con i pollici versi, ai suoi tifosi. Questo striscione, invece, se vogliamo, era rivolto all'Italia intera. Ci può essere della goliardia ma ricordiamoci di chi ci guarda». La parola ufficiale della società giallorossa è affidata alla replica del coordinatore dell'area tecnica Montali che si accoda al tecnico. «Sì, condivido in pieno, quello striscione sul pullman si poteva evitare. Sono cadute di stile. Quando si perde onore al vincitore, ci vuole stile anche nella vittoria. Non mettiamo però benzina altrimenti nel prossimo anno sarà un far-west». Non l'ha presa bene nemmeno l'altro romano che veste la maglia giallorossa: Daniele De Rossi. «Potevano anche evitare - ha detto l'azzurro - ma questo è un po' lo specchio dell'Italia e purtroppo anche della classe politica, e di quei politici che hanno chiesto le scuse ufficiali dal Siena perché si è giocata la sua partita contro l'Inter onorando la propria professionalità». De Rossi alla fine ha preso meno bene la maglia di Materazzi con su scritto «Nun è successo...» in chiaro riferimento al tormentone che girava nella capitale alla vigilia dell'ultima di campionato. «Non l'ho capita, nessuno ha tirato in ballo Materazzi, ho visto il suo gesto come una ruffianata verso i propri tifosi. Comunque nessuno deve scusarsi, perché non è morto nessuno». E infatti il numero uno dell'Inter Massimo Moratti prova a gettare acqua sul fuoco. «Mi dispiace moltissimo, in un clima di festa può scappare una cosa del genere. Noi per primi faremo in modo che non si ripeta, ma non mi sembra che questo debba alimentare il rancore di chi è inutile che l'abbia ancora». Il commento del presidente della Figc Abete fa comunque intendere che non arriveranno le attese sanzioni da parte del Palazzo. «Lo striscione su Totti non può rovinare una bella giornata positiva, di festa - ha detto il numero uno del calcio italiano - perché a prescindere dagli esiti sportivi quella di domenica si può considerare una giornata positiva. C'è stata la festa dei tifosi dell'Inter ma anche quella dei giallorossi in tanti a Verona, in tanti a Fiumicino. Questo è un elemento di soddisfazione per il calcio italiano. Così deve essere il calcio. Esaltiamo le cose positive, non quelle negative».