Inter, idea Capello per il dopo Mou
Josè Mourinho all'Inter anche l'anno prossimo è un'ipotesi sempre più difficile. Anche per Massimo Moratti sarebbe la soluzione migliore ma più inattesa. Altrimenti, l'addio sarebbe l'unica amarezza in una stagione già eccellente, che potrebbe diventare storica con la conquista della Champions League. In questi giorni di emozioni e tensioni, però, il presidente nerazzurro si è già cautelato individuando il successore ideale del portoghese: Fabio Capello, uno dei pochi tecnici al mondo, se non l'unico, che secondo la dirigenza nerazzurra ha l'esperienza e l'autorevolezza per proseguire il percorso vincente intrapreso da Mourinho. «È difficile fare percentuali con un personaggio così vulcanico come Mourinho - ammette Moratti - non si sa cosa possa decidere. O una cosa sorprendente che non ci aspettiamo, o una purtroppo che ci aspettiamo e che non sarebbe legata all'Inter quanto a quello che c'è all'esterno». Il problema di Mourinho è l'Italia del calcio, con cui il rapporto è deteriorato da tempo. «Non è il Paese più adatto per me per lavorare», ha chiarito subito dopo la festa di Siena, e non avrebbe rinnovato l'iscrizione dei suoi due figli alla Scuola Americana nel Canton Ticino che hanno frequentato quest'anno. Moratti non è affatto infastidito, sa che è una questione di «adattabilità di ognuno a certe situazioni». Assieme, dopo Madrid, i due converranno a un finale. Si stringeranno la mano per proseguire, o più facilmente per sancire che le strade si dividono. L'allenatore sposerebbe il progetto del Real, l'Inter dovrebbe trovare un nuovo timoniere. Capello è in pole, anche se lo stesso tecnico ha voluto fare chiarezza circa il suo futuro stralciando una clausola presente nel suo contratto che gli avrebbe consentito nelle due settimane successive alla finale di Johannesburg (obiettivo minimo per lui) di rescindere l'accordo che lo lega alla Federcalcio inglese fino al 2012. Al momento, però, Mourinho è in sella e deve portare a termine la missione europea. Anticipata a domani la partenza per Madrid, in modo da evitare eventuali disagi aerei per colpa della maledetta nuova che imperversa ancora nei cieli. Il tecnico non ha festeggiato con la squadra (nemmeno Balotelli, bloccato da una congestione sul volo di ritorno) ma oggi conta che tutti abbiano smaltito brindisi e ore in bianco. Mourinho ha studiato il Bayern (che non avrà Ribery: il Tas ha respinto il ricorso sulla squalifica del francese) nei minimi dettagli. Il resto dovranno farlo Zanetti e compagni, con una prova di maturità tattica e di personalità degne di quelle con cui hanno eliminato Chelsea e Barcellona. L'unico rischio è che qualcuno si rilassi. Ma, come ha spiegato Cambiasso, i nerazzurri sono tutti convinti di avere a disposizione «novanta minuti per rendere storica una stagione già straordinaria». E per regalare a Mourinho e Moratti il più dolce degli addii.