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L'epopea di Tony Bin

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LuigiCamici, cugino di Enrico, il fantino di Ribot, è nato a Pisa 83 anni fa. Allenatore a Roma (base a Cisterna con il figlio Fabrizio), è il decano dei trainer italiani. Un tempo questo era il Premio Omnium. «Aperto a tutti, dai tre anni in su». Lei centrò il Repubblica due volte con Tony Bin nel 1987 e 1988. «Un campione straordinario, di quelli che capitano solo una volta nella vita». È stato il suo cavallo del cuore. Nel settembre 1985 esordì a Cappannelle vincendo il premio Corsica. «Poi gli facemmo fare il secondo al costoso Alex Nureyev nel Gran Criterium, mandandolo a distruggere il favorito Ozopulmin. Missione compiuta ma Alex fu ottavo mentre Tony Bin - dopo una corsa che avrebbe asciugato i polmoni a chiunque - era terzo. Nel 1986 arrivò quarto al Derby malgrado gli avessero galoppato addosso: un miracolo. Questo ha stoffa, dissi al proprietario Gaucci. Nel 1987 diventò il Tony Bin che avevo in mente, cambio di marcia terrificante e freddezza da brivido, ma non amava correre in testa. Infilò la tripletta Ellington, Repubblica, Milano; andando ad Ascot però cadde in aeroporto, un vetro gli procurò una ferita, perse litri di sangue. Lo recuperammo ma in corsa non ci fu nulla da fare, anche se lottò come un leone. Fu straordinario pure nell'Arc de Triomphe, purtroppo Trempolino ne anticipò la progressione e giunse secondo. Il 1988 fu l'anno del successo. Dopo la vittoria nel Repubblica, lo preparammo - per un nuovo Arc - a San Siro nel Premio Tesio. A Parigi mi regalò la gioia più bella: quando John Reid gli fece cambiare marcia nei 300 metri finali mi vennero i brividi». È variato il Premio Presidente della Repubblica da quei tempi a oggi? «Poco. Modificato è il tempo che una volta si dava ai puledri per maturare. Oggi si ha fretta anche in questo, c'è la bramosia di buttarli in pista senza attenderne lo sviluppo. Il mercato sforna cavalli e vanno "consumati”». E invece? «Si dovrebbe aspettare almeno l'autunno dei due anni per farli correre. Così, subito impiegati al massimo, solo qualche fenomeno resiste». Per questo ci sono voluti 41 anni perché la doppietta Premio Parioli-Derby si ripetesse con Worthadd? «Mezzo secolo fa non erano pochi a vincere sui 1.600 e sui 2.400 metri, perché erano più rispettati nella loro evoluzione fisica». Enr. Ton.

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