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Fidatevi di noi

Gianluca Curci e Aleandro Rosi

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La legione romana di Siena dai ieri ha arruolato un nuovo soldato. Giorgio Perinetti è diventato il braccio destro del comandante Massimo Mezzaroma. Due dirigenti romanisti fino al midollo che prima di riconquistare la serie A hanno un'altra missione: regalare lo scudetto all'imperatore Ranieri. Loro non ci saranno sul campo di battaglia del «Franchi», l'ultimo da conquistare per l'Inter prima di poter brindare allo scudetto. Ma gli ordini impartiti ai giocatori sono precisi: vendere cara la pelle. Dall'Impero sono arrivati ieri pomeriggio quindici tifosi romanisti a controllare di persona che gli addestramenti stessero continuando nel modo giusto. Nell'albergo che ospitava la presentazione di Perinetti hanno consegnato a Mezzaroma una lupa capitolina e in cambio è arrivata una promessa. «Non dovete preoccuparvi - li ha rassicurati il presidente del Siena - sapete che sono tifoso romanista, darei tutto per fermare l'Inter domenica. La vostra visita mi fa piacere ma non c'era bisogno: ho già detto ai giocatori come devono comportarsi. Ce la metteranno tutta, poi se dovesse andare male non prendetevela perché tra noi e l'Inter ci sono tre categorie di differenza». I numeri sembrano non lasciare scampo: 48 punti di differenza, 74 gol fatti contro 40, 32 reti subite in più dai bianconeri. Ma i legionari sono pronti a combattere. Nei reparti speciali Curci e Rosi, ex romanisti e ancora di proprietà al 50% del club di Trigoria, sono i più motivati. Un portiere che a Siena ha ritrovato fiducia e ora proverà a entrare a modo suo nella storia della Roma. Un terzino, innamorato di Cristiano Ronaldo, che dopo le prime coccole di Spalletti è dovuto andare in provincia per provare a diventare grande. Ieri Rosi ha confermato di aver ricevuto centinaia di telefonate dalla Capitale. «Il telefono è bollente e le raccomandazioni sono sempre le stesse. Come ha detto Mezzaroma - spiega il giocatore del Siena a laroma24.it - avremo molti occhi puntati addosso domenica: faremo la nostra partita, di più non posso dire...». Di più l'ha detto Mezzaroma, paragonando Mourinho a un vecchio nemico dell'impero giallorosso. «Quando ero responsabile del settore giovanile della Roma, Luciano Moggi mi spiegò che in certi momenti di una stagione agonistica la pressione è tale che c'è bisogno da parte dell'allenatore o di qualche dirigente di una dichiarazione sopra le righe per togliere tensione alla squadra. A distanza di tanti anni Mourinho mi sembra che confermi in pieno gli insegnamenti di Moggi». Le provocazioni sul premio a vincere la partita di domenica non sono piaciute al presidente del Siena che ha dovuto fornire spiegazioni alla Procura Federale dopo il deferimento. Perinetti è già allineato. «Ci onora il fatto che domenica tutto il mondo guarderà Siena - ha detto il nuovo direttore sportivo - ricordo che quando ero direttore sportivo della Roma, ho perso un campionato in casa contro il Lecce. Questo per dire che nel calcio può sempre succedere di tutto. Noi giocheremo con intensità e impegno, credo che altrettanto farà il Chievo contro la Roma». Quel Chievo alleato dell'Inter nell'ultima domenica del campionato. «Cosa mi aspetto? Niente, l'incasso e che sia una bella festa» si è limitato a dire il presidente dei veronesi Campedelli che ha pure confermato la sua fede interista: «Sempre! Non fatemi dire altro, non sono Mezzaroma... ». Ma anche lui ha una missione da concludere.

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