Mourinho nodo d'Europa
Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Difficile che la squadra in vista della finale di Champions possa farsi distrarre da voci di mercato. Ma per evitare qualsiasi rischio, l'Inter ha ieri emesso un comunicato in cui ha smentito di aver contattato altri allenatori e ha sottolineato che il contratto di Mourinho scade solo nel 2012. Lo stesso portoghese, nel pomeriggio, ha negato qualsiasi contatto con altre formazioni per la prossima stagione. La mossa sembra in realtà il più classico dei tentativi di rimandare un tormentone che, dopo la finale del 22 maggio, è destinato a infiammare tutto il mondo del calcio. Anche perché dal destino di Mourinho dipendono quelli di molti altri colleghi di «prima fascia». In Spagna, sponda Real, l'arrivo del portoghese è ormai dato per scontato. Sempre che, condizione essenziale, lo «Special one» riesca a trionfare con l'Inter nella competizione continentale più prestigiosa. Il quotidiano «As» avrebbe addirittura già anticipato i dettagli dell'operazione: Mourinho passerebbe al Real per 13 milioni di euro, di cui 8 coprirebbero la clausola di rescissione nerazzurra e cinque andrebbero al portoghese. Poi ci sarebbe l'ingaggio, con Josè disposto a guadagnare meno di quanto attualmente gli versa Moratti ma con «premi vittorie» più cospicui. E se anche per i bookmaker l'affare è praticamente fatto - l'arrivo in Spagna di Mourinho si gioca ad appena 1.40 - l'Inter non vuole farsi trovare impreparata. Il colpo di scena a cui starebbe lavorando Moratti, infatti, potrebbe essere l'arrivo di Rafa Benitez, ormai lontano dalla Juventus e a sua volta valida opzione per la sostituzione di Pellegrini alle «merengues». I bianconeri, si diceva, si sono stancati dei continui tentennamenti di Benitez e hanno virato decisi su Gigi Delneri, che arriverebbe come dote del nuovo direttore generale Beppe Marotta. Le uniche perplessità riguarderebbero il modulo dell'attuale tecnico della Samp, un rigido 4-4-2 al quale difficilmente si adatterebbe Diego. Al brasiliano Delneri chiederebbe di avvicinarsi più alla porta come successo con Cassano, ma le sue caratteristiche sono diverse da quelle del barese. Anche per questo a Torino non hanno abbandonato del tutto la pista Prandelli, che però resta il favorito per la successione a Lippi in Nazionale. La stessa Nazionale alla quale continua a pensare Claudio Ranieri, in attesa di sapere se Rosella Sensi accontenterà o meno i suoi desideri di rinforzo per la rosa giallorossa. La Roma avrebbe già in canna il colpo Allegri, ed è proprio l'allenatore esonerato da Cellino l'altro fulcro attorno a cui ruota il mercato. Ormai pronto per la panchina di una grande, il suo nome è stato accostato nelle ultime settimane praticamente a tutte le big, dalla Juve alla Sampdoria fino al Milan. Anche se, per i rossoneri, dopo il garbato rifiuto di Van Basten si fa sempre più strada l'ipotesi interna con Tassotti che adesso appare in leggero vantaggio su Filippo Galli. Ma il vero colpo di scena per l'ex allenatore del Cagliari potrebbe essere proprio la panchina azzurra, magari affiancato da un direttore tecnico di collaudata esperienza come Arrigo Sacchi. Un'ipotesi di cui si parla da tanto e che corrisponderebbe al profilo di italianità ribadito dal presidente della Figc Abete.