La rivincita di Doni: grazie al capitano e a De Rossi
Tra una settimana i ruoli di Totti e Doni. Uno riposa, l'altro torna protagonista, indossando la maglia più affascinante del mondo. La convocazione del Brasile è la grande rivincita di un portiere finito ai margini della Roma per incomprensioni con l'allenatore. Il resto lo ha fatto Julio Sergio e la sua stagione impeccabile o quasi. Doni è diventato il suo «secondo», nelle ultime partite addirittura il terzo. Dunga, un tipo riconoscente e attento agli equilibri del gruppo, ha preferito comunque portarlo in Sudafrica. Il portiere incassa la convocazione e ringrazia il ct e la Roma. Ma non tutta. «Devo dire grazie a Pradè e Conti e ai miei compagni - spiega Doni - soprattutto a Totti e De Rossi che mi sono stati vicini nei momenti più difficili». Non nomina mai Ranieri e non è un caso. Con l'allenatore ha discusso prima della partita di Milano con l'Inter, poi è volato in Nazionale e al suo ritorno ha trovato un ambiente ostile a Trigoria e dintorni. Dopo aver diramato le convocazioni, Dunga ha confermato che «Doni ha avuto attriti con la Roma per aver giocato con la Nazionale un'amichevole in Inghilterra. Quando è tornato, è stato messo in panchina. Devo togliere un giocatore penalizzato dal suo club anche se lui si impegna?», si domanda il ct porterà in Sudafrica anche Baptista. Un altro «panchinaro» giallorosso che vola al Mondiale. «Julio era una riserva anche quando lo abbiamo chiamato per la coppa America 2007 - aggiunge Dunga - gioca nello stesso ruolo di Totti che è il signore di Roma, per questo non trova spazio». Baptista proverà a tornare la Bestia. «Ringrazio il ct, mi ha dato una gioia che non ha prezzo. È vero, ho giocato poco, ma sto bene». In Sudafrica andrà anche Juan, «ma per questa settimana penserò solo alla Roma - dice il difensore - per cercare di vincere lo scudetto». Juan è un punto fermo anche per il futuro giallorosso, Doni e Baptista torneranno a Trigoria solo di passaggio. Forse da campioni del mondo.