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Gli ultimi giudicheranno i primi

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Edire che ci apprestiamo a vivere un finale emozionante e di alta qualità tecnico/agonistica garantito dalla potente Armata Inter e dalla Legione Roma, secondo una moda nata da qualche stagione, ovvero da quando Juventus e Milan non sono più le concorrenti stabili e agguerrite della Beneamata. Non a caso, in un torneo le cui tappe vengono decise più dal Ministero dell'Interno che dalla Lega, Milan e Juve s'incontreranno sabato sera, in un anticipo improvvisato perché la partita non ha alcuna valenza se non quella di poter disturbare gli eventuali festeggiamenti dell'Inter. D'altra parte, disinteressato ai contenuti polemici del finale di campionato, il Viminale ha provveduto a sloggiare dall'Olimpico - naturalmente per l'appuntamento domenicale con i propri tifosi - anche la Lazio, destinando al sabato sera l'ultimo abbraccio stagionale (ammesso che ce ne sia la voglia) fra la squadra di Reja e il popolo biancazzurro. Sembreranno sottigliezze, eppure la «rimozione» della Lazio s'inserisce alla perfezione - ovvero malamente - negli ultimi capitoli della sfida stracittadina, dal derby finito in rissa stradale a Lazio-Inter finita in disdoro internazionale. Molti, soprattutto gli smemorati e gli inesperti (diciamo così) questi turbamenti li chiaman veleni, dedicando paginate di lamenti e articolesse scandalizzate e lacrimose al campionato più emozionante del mondo; fino a ieri avrei detto «il più bello», ma voglio rendere omaggio al mio amico Carlo Ancelotti (l'ho seguito con attenzione fino dalla Serie C parmigiana) che, dopo aver vinto la Premier League inglese, ha attribuito il primato estetico al «suo» nuovo campionato nella cui ultima partita, Chelsea-Wigan, ha rifilato agli avversari ben otto gol. Se dunque non vogliamo farne una questione di qualità (eppure io continuo a pensare che il calcio italiano sia ancora il migliore in assoluto, e spero che la Champions e il Mondiale convalidino il mio punto di vista) diamo comunque un significato importante dal punto di vista tecnico e morale, al fatto che questo combattutissimo scudetto sarà deciso non solo dall'Inter e dalla Roma ma soprattutto dal Siena e dal Chievo, già esibitisi la scorsa domenica con impegno e serietà. Come dire: gli ultimi giudicheranno i primi. Non male per un Paese pallonaro che ha invitato Carlo Ancelotti a festeggiare il primo scudetto «italiano» della storia inglese in un'aula di tribunale piena di scartoffie e di veleni calciopolitici.

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