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Ora la Cittadella

Luca Pancalli, presidente del Cip e vice-presidente del Coni

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Dalla crescita del movimento alle grandi prestazioni degli atleti che a Vancouver hanno onorato la maglia azzurra dimostrando come lo sport sappia annientare ogni differenza: tanti i motivi di soddisfazione ed orgoglio per Luca Pancalli, Presidente del Comitato Paralimpico Italiano, che, dopo l'avventura canadese, è già proiettato verso nuove sfide da vincere per il futuro. Una su tutti: il grande centro paralimpico alle Tre Fontane all'Eur. Presidente, partiamo proprio dalla Cittadella dello Sport che sorgerà al Tre Fontane. A che punto siamo? «A fine maggio terminerà definitivamente la serie dei fisiologici ricorsi amministrativi a Tar e Consiglio di Stato. I miei uffici legali mi dicono che è legittimo pensare che dopo anni passati fra pratiche burocratiche, progetti e bandi di gare europee, saremo in grado di mettere la parola fine al percorso di procedura amministrativa. A quel punto potremo affidare definitivamente la gara alla società che risulterà vincitrice e si potrà procedere. È evidente che tutto si è incastrato un pò con il progetto della Formula Uno». Il Gran Premio di Formula Uno a Roma. È d'accordo? «Sin dalla prima ora ho dichiarato grande disponibilità nei confronti del campionato di Formula Uno, anche quando l'idea era fortemente contestata. Da uomo di sport ritengo che questo evento sportivo possa rappresentare per la città una grande opportunità dal punto di vista turistico, economico e non solo. Ho dato la disponibilità a venire incontro alle esigenze degli organizzatori. Esigenze che vanno ad incidere sul nostro progetto e sull'hockey su prato che vive attualmente all'interno del nostro Tre Fontane. Occorre che vengano date opportune risposte da un punto di vista amministrativo al Comitato Paralimpico, in maniera tale che si possa eventualmente presentare una variante di progetto che renda compatibile il nostro con le esigenze della Formula Uno. Il Comune di Roma si è attivato e negli ultimi tempi noto un'attenzione più marcata su questo tema. Ma se per presentare una variante dovessero servire altri anni, la cosa mi spaventa». È ottimista sui tempi del Tre Fontane? «Sono ottimista, ma da cittadino oggi mi sarebbe piaciuto stare un passo avanti. Mi rendo conto che questo Paese necessiterebbe di percorsi agevolati per chi interviene costruendo dei beni sportivi che rappresentano un'utilità per tutta la cittadinanza». Marzo ci ha regalato una Paralimpiade emozionante: 7 medaglie e grandi numeri per il Cip. Per il dopo-Vancouver da dove ripartire? «Come Comitato Paralimpico dobbiamo ripartire per gli sport invernali ma continuare per tutti gli sport estivi. Sotto l'aspetto tecnico, invece, Vancouver ci ha confermato cose che già avevamo messo a fuoco: ci troveremo da qui a Sochi a dover ricostruire un gruppo, per quanto riguarda lo sci alpino e nordico, sul quale impostare il lavoro per il futuro. Ci sono degli atleti che sicuramente potranno avere un ruolo da protagonisti vista la loro giovane età, con la consapevolezza che altri smetteranno. Alcuni mi piacerebbe tenerli nel gruppo con un ruolo attivo anche in un'ottica promozionale. Bisogna continuare su questa strada, consapevoli degli ostacoli e lavorare per tentare di abbatterli».

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