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Roma senza Williams

La tennista serba Jelena Jankovic

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Non era la finale più facile da pronosticare, ma è senza dubbio la più meritata. A contendersi il trono di Roma, oggi alle 16, saranno Jelena Jankovic e Maria Jose Martinez Sanchez, capaci di eliminare rispettivamente Serena Williams e Ana Ivanovic al termine di due belle semifinali che hanno dato ragione al non foltissimo pubblico del Foro Italico. Le prime a scendere in campo sono state Jankovic e Williams. Il maltempo che ha sorpreso la Capitale in questa settimana ha concesso un pomeriggio di tregua al Centrale e le due tenniste ne hanno approfittato per mettere in mostra il meglio del repertorio. Serena si è affidata alla potenza e al servizio, Jelena ha risposto con la precisione e con un rovescio lungolinea che ha spesso pizzicato l'incrocio delle righe. Ne è scaturito un lungo equilibrio spezzato solo dal break che, sul 5-4, ha consentito all'americana di conquistare il primo set. La Jankovic non ha mollato e nella seconda partita ha cominciato a raccogliere i frutti di quanto seminato sin dall'inizio, spostando la Williams da una parte all'altra del campo con un rovescio bimane di straordinaria precisione. Così Serena, che a Roma rientrava dopo tre mesi di inattività, ha avuto un lungo passaggio a vuoto sul tre pari e ha consegnato il secondo set all'avversaria. Nella terza e decisiva partita l'americana ha tentato di scappare per due volte, ma ai suoi break ha sempre risposto una Jankovic orgogliosamente aggrappata a ogni punto. Sul 5-4 Serena è andata a servire per il set, ha avuto anche un match point ma l'ha sprecato. Si è andati così al tie break, con la Jankovic meno fallosa che, dopo una battaglia di 2 ore e 50 minuti, ha alzato la racchetta al cielo sul 7-5. «Ci ho creduto in ogni istante - ha spiegato nel dopogara Jelena - se non fosse stato così non ce l'avrei fatta. Battere in due giorni le due sorelle Williams è entusiasmante, sono orgogliosa di me». Per la serba, settima nel ranking Atp, è la terza finale a Roma. Le prime due, nel 2007 e nel 2008, le ha entrambe vinte. Molto più rapida la seconda semifinale tra la sorpresa spagnola Maria Jose Martinez Sanchez e la rediviva serba Ana Ivanovic. Al termine di due set che l'hanno vista sempre condurre, a gioire è stata la quasi 28enne iberica che, dal «basso» della ventiseiesima posizione Wta, a Roma sta vivendo la favola più bella e importante della carriera. Al suo tennis «sincopato», fatto di serve and volley, smorzate, pallonetti e accelerazioni non ha trovato un antidoto neanche la bellissima Ivanovic che, qui nella Capitale, sembrava aver ritrovato il filo di un'ascesa interrotta 18 mesi fa. E invece la Martinez Sanchez ha chiuso in un'ora e dieci minuti 6-4 6-2. Il tutto con un campionario di colpi che, nel tennis moderno e specie in quello femminile, si vedono sempre meno. Non a caso l'infaticabile spagnola è in finale anche nel doppio. In quella del singolare parte ancora sfavorita, ma alla Jankovic potrà opporre la leggerezza mentale di chi sa di aver fatto già un piccolo grande miracolo sportivo.

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