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Williams a metà

Serena Williams

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Addio derby. Il ciclone Jankovic travolge il Foro Italico, spazza via Venus e spezza il sogno di vedere l'affascinante confronto tra le sorelle Williams. Evidentemente era destino: la scorsa settimana tutti aspettavano la semifinale Federer-Nadal, poi è arrivato un milionario lettone di nome Ernests Gulbis a scombinare i piani; stavolta ci ha pensato la 25enne serba, numero sette al mondo e già due volte campionessa degli Internazionali (2007 e 2008), a rovinare la festa americana. Che fosse difficile trovare entrambe le Williams in semifinale lo si sapeva. I dubbi, però, riguardavano soprattutto Serena, ferma da tre mesi per un infortunio al ginocchio. Ecco perché sorprende oltremodo la facilità con cui Jelena Jankovic si è sbarazzata di Venus: il 6-1, 6-0 finale è un'umiliazione impossibile da prevedere, frutto dell'incredibile stato di forma della serba. Il compito della Jankovic, è giusto sottolinearlo, è stato senz'altro facilitato dalla brutta prestazione della Williams, in difficoltà soprattutto con il servizio (alla fine saranno 5 doppi falli e un misero 41% di prime in campo): «Ho giocato in modo incredibile - spiega la serba a fine gara - ma non mi aspettavo un match così rapido e semplice. Sono stata aggressiva, ho attaccato Venus fin dal servizio». La Jankovic è felice, ma guai a parlarle di festeggiamenti: «Devo rimanere concentrata sul torneo, ho una semifinale difficile contro Serena. Sarà una battaglia». E un grande spettacolo. Sempre che la Williams minore giochi come ha fatto contro Maria Kirilenko, agevolmente superata 6-1, 6-4, e non come nei primi turni del torneo. Il punteggio di ieri racconta di un match facile, come non era nelle previsioni: i primi due incontri di Serena, e soprattutto lo stato di forma della splendida russa, lasciavano presagire difficoltà per l'americana. «Ma oggi mi sentivo bene - confessa Serena - sono davvero felice per come ho giocato. Miglioro giorno dopo giorno». L'infortunio al ginocchio è un lontano ricordo. «Non sento più dolore - prosegue - ho pienamente recuperato e mi sono allenata bene. Certamente posso, anzi devo, migliorare ancora. Ho pochi match nelle gambe». La capacità di giocare bene nei momenti importanti, però, non si perde con il tempo: Serena lo ha dimostrato quando la Kirilenko è riuscita a risalire da 0-4 a 4-4 nel secondo set. «Sono stata brava a mantenere la concentrazione - spiega l'americana - non era facile. Qual è il mio segreto? Mi dico "Dai, metti un ace", e lo metto». Oggi Serena è attesa dall'esame Jankovic, treno in piena corsa difficile da fermare. Il bilancio dei precedenti parla di un leggero vantaggio per l'americana, vincitrice di 4 incontri su 7. Mai, però, le due tenniste si sono affrontate sulla terra battuta, superficie favorevole alla serba. Dalla sua Serena avrà sicuramente la voglia di vendicare la sconfitta della sorella maggiore: «Avrei preferito incontrare Venus, è naturale. Faccio sempre il tifo per lei e mi piacerebbe vederla vincere ogni partita». Stavolta le è andata male.

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