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Valerio Bonolo Racchetta contro chitarra, è sfida a distanza al Villaggio degli Internazionali.

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Ese la prima fa incetta di richieste di autografi nel suo passaggio tra gli stand, il secondo scioglie i cuori con i suoi arpeggi nella notte del Foro Italico. Generi diversi, i loro, ma ugualmente apprezzati dal pubblico. La Venere nera è decisamente rock, in campo sfreccia come un turbine con il suo vestitino rosso fuoco, e fuori non manca mai all'appuntamento con gli ammiratori. Come lo scorso anno, la sua visita alla lounge Bnl è l'occasione per farsi vedere più da vicino e mostrare tutte le sue doti di comunicativa. Sorrisi e disponibilità sono la sua ricetta vincente ma poi rientra subito alla base per prepararsi alle nuove battaglie sportive. Scende la notte e il testimone passa nelle mani di Guido Lembo, che vorrebbe trasformare per una sera il villaggio nella dependance della sua taverna «Anema e core». La finale di Coppa Italia si è conclusa da poco e il cielo è tutto un programma, con i nuvoloni neri che minacciano acqua. Lui sorride serafico avvolto in una sciarpa fucsia, il cappello in testa e parecchie ore di sonno arretrato sulle spalle. «Sono partito con la band stamattina, dopo aver suonato al locale fino alle quattro” racconta il re delle notti capresi. «Ora che sono qui mi piacerebbe cantare una canzone per Flavia Pennetta, bella e brava. Le dedicherei «O surdato ‘nnammurato». Ma di tennisti ne ho conosciuti pochi, i calciatori invece, a cominciare da Francesco Totti, vengono tutti da me». Neanche il tempo di salire sul palco e, a mezzanotte, il cielo si scatena. È un fuggi fuggi generale verso il ristorante del villaggio, che si va riempiendo all'inverosimile. Dentro ci sono anche Cristel Carrisi, Giada Di Miceli e, a tavola con quattro commensali, il ct della Nazionale Marcello Lippi. Reduce dalla partita dello Stadio Olimpico, non vuole essere fotografato. Che ci vuole ad accendere la serata? Basta un po' di musica, e Lembo lo sa. Tra quattro mura si sente ancora più a suo agio che sul palco. Un pianoforte, una chitarra, la gente che lo circonda e l'allegria delle canzoni napoletane che contagia tutta la sala: ora sembra davvero di stare nel suo regno affacciato sui faraglioni.

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