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Ma Francesco non ci sta

La delusione di Totti

Roma-Inter, lame e arresti

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Doveva essere la serata dei romani. Ranieri il primo allenatore a conquistare un trofeo sulla panchina di casa, Totti a diventare il più vincente con sei titoli nella storia giallorossa. È finita male. Malissimo per il capitano che ha macchiato la sua partita con quel calcione a Balotelli: resterà l'immagine della serata di frustrazione romanista. Il capitano è uscito dall'Olimpico scuro in volto, dopo essere passato per lo spogliatoio dell'Inter dove è andato a chiarirsi con Balotelli. «In momenti così importanti capita di essere di essere nervosi - ha scritto poi il numero 10 sul suo sito internet - ma va detto che in campo non sempre si riescono a ignorare offese così pesanti dirette a infangare una città e un intero popolo. Soprattutto quando questi insulti vengono sempre dalla stessa persona, che fa della provocazione il proprio biglietto da visita». Il paradosso del post-gara è che Mourinho assolve Totti mentre Ranieri lo condanna. «Ha sbagliato commettendo un fallo di frustrazione che non doveva fare. Adesso si discuterà soltanto di questo. Non ho parlato con Francesco ma lo farò. Perché l'ho tenuto fuori? Sta bene ma non ce la fa a giocare ogni tre giorni. Se l'ho messo dall'inizio a Parma, stavolta ho dovuto lasciarlo fuori un tempo». Anche di questa constatazione si parlerà molto nei prossimi giorni. A Ranieri non è piaciuto il nervosismo di tutti i giocatori. Un nervosismo che ha portato anche i dirigenti delle due squadre a litigare pesantemente nell'intervallo. Oriali, appena espulso, ha avuto un diverbio con Pradè e il team manager Scaglia. Sono quasi arrivati alle mani ed è dovuta intervenire la sicurezza per dividerli. «Siamo tutti caduti nella trappola - ha detto l'allenatore - sentivamo troppo questa partita. Mi ero raccomandato ma evidentemente non è bastato. Di solito è l'Inter a metterla su questo piano perché lo sanno fare benissimo: sono scientifici, vanno tutti contro l'arbitro a ogni fischio e cercano di condizionarlo. L'Inter ci sovrasta fisicamente, noi dovevamo pensare a giocare a calcio come avevamo fatto in campionato ma stavolta non ci sono riusciti. Complimenti a loro e una tirata d'orecchi a noi». Ai punti i nerazzurri hanno meritato la coppa. «Nel primo tempo - analizza l'allenatore giallorosso - non facevamo tre passaggi di seguito e ci ha condannati un episodio. Nella ripresa siamo andati meglio ma non siamo stati fortunati quando abbiamo avuto delle occasioni. Peccato sia capitato proprio in una finale». Restano due partite per inseguire un sogno che dopo una serata così ha le sembianze di un miracolo. «Ci proveremo, faremo fino in fondo il nostro dovere», dice Ranieri che intanto lascia la coccarda a Mourinho. Ma non gli risparmia una stoccata finale. Torna in sala stampa per ricordargli che «la finale di coppa si gioca nella Capitale in quasi tutta Europa. Anche in Portogallo». Non fa una piega.

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