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E il Palazzo si è rianimato

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Parlamento

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Il Palazzo diviso dal pallone. La partita tra Lazio ed Inter ha lasciato il segno in Parlamento. Invece di tornare ad occuparsi dei problemi del Paese, ieri il Parlamento si è trasformato in una curva unica dove sono costretti a convivere tifosi di opposti schieramenti. Ad aprire il fuoco di fila dello scontro sulla discussa vittoria dei nerazzurri è stato l'ex deputato dei verdi, ma giallorosso nel cuore, Paolo Cento. «Quello che è successo ieri sera all'Olimpico - ha detto "er piotta" alludendo al comportamento della Lazio - è incommentabile. Il vero problema riguarda la gestione del calcio». Il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, anche lui giallorosso, salta lo steccato politico che lo divide da Cento e grida: «È stata scritta una pagina di vergogna. L'Inter potrà vincere lo scudetto, ma per quello che si è visto all'Olimpico, sarà uno scudetto simile a quello ottenuto con le telefonate di Facchetti agli arbitri». Il riferimento di Gasparri al mitico difensore nerazzurro manda su tutte le furie il deputato interista del Pd Roberto Zaccaria: «Prendere spunto dalla partita per diffamare l'Inter e diffamare l'onorabilità di un grande uomo come Giacinto Facchetti è disgustoso». Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto si schiera con Gasparri: «I calciatori della Lazio, con un unica eccezione del portiere, hanno dato per scontato il risultato in maniera esplicita, poi i tifosi possono fare ciò che vogliono». E aggiunge: «Secondo me non si aprirà nessuna inchiesta, ma se ci fosse un'occasione per farla sarebbe questa». Il fuoco di fila di queste dichiarazioni non deve essere piaciuto all'onorevole nerazzurro Mario Landolfi (Pdl), che "sconfessa" il suo capogruppo alla Camera. Secondo il parlamentare campano, quello che è successo all'Olimpico «era scontato: l'ipotesi dello scudetto alla Roma è vista come il fumo negli occhi dai laziali. E non certo da ora». Ma il ministro della Difesa Ignazio La Russa vede neroazzurro: «La Lazio nel primo tempo è stata eroica, se qualcuno vuole sospettare... sospettiamo e ridiamo con loro». Il questore della Camera Francesco Colucci (Pdl), Presidente dell'Inter club di Montecitorio, non si scompone: «Se le tifoserie di Roma e Lazio hanno problemi fra di loro - dice - non ci riguarda». Il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, anche lui romanista, decreta la morte del calcio: «Quello che è accaduto ieri a Roma, all'Olimpico, è un vero e proprio "spot" contro il calcio, contro lo sport, contro i principi della lealtà sportiva». Di fronte a questa conflitto non poteva restare indifferente il Presidente del Lazio club di Montecitorio Armando Dionisi (Udc), che sapere ai colleghi giallorossi che nel risultato di domenica non c'è nessuna sorpresa: «Mi rendo conto come l'esito della partita fosse comunque segnato, data la diversità di motivazioni tra le due squadre». Il deputato dipietrista Antonio Borghesi chiede la ripetizione della partita a «porte chiuse». Ma ad arrabbiarsi non sono stati solo i romanisti. Il senatore milanista Alessio Butti (Pdl) usa il linguaggio televisivo per spiegare che all'Olimpico «è andata in onda la morte del calcio, dello sport fatto di impegno, sacrificio, lealtà e sportività». Il presidente dello Juve club di Montecitorio Maurizio Paniz (Pdl) denuncia che «Lazio Inter ha offeso lo sport vero». I comunisti italiani abbandonano la lotta di classe per denunciare lo «spettacolo indecente dell'Olimpico» e l'avvio di «un'indagine della Federcalcio». E meno male che alla Camera non si votava.

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