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Rabbia e sfottò

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MatteoDe Santis L'adunata c'è stata comunque. Pacifica, più o meno spontanea, non autorizzata e non così enormemente di massa, ma c'è stata. Alla fine, nonostante tutto, 400-450 tifosi romanisti hanno manifestato tutto il loro dissenso nei pressi della sede della Figc. Nei pressi, perché Via Allegri, transennata dalle forze dell'ordine, era off limits. Una sorta di «zona rossa» inaccessibile, blindata da tre camionette della Polizia all'angolo con Via Po e da altrettante dei Carabinieri all'imbocco con Via Pinciana. I primi manifestanti, una cinquantina, si sono ritrovati intorno alle 10 dalla parte di Via Po. «Siamo venuti qui a prenderci un caffè» e «ci siamo dati appuntamento con gli amici qui» sono state alcune delle «scuse» tirate fuori per giustificare la propria presenza. Col passare dei minuti, il capannello di tifosi è continuato a crescere a ritmo costante. 100 che diventano 150, 200, 250 e così via fino ad arrivare, nel momento clou della protesta, a 400-450 unità. Con Via Allegri irraggiungibile, il teatro della protesta è stato l'incrocio con Via Po e Via Tevere. Traffico della zona paralizzato e muri tappezzati, con un blitz notturno, da uno sfottò laziale: un manifesto con una foto del famoso gol annullato a Turone e una della mano di Zauri in Roma-Samp, rispettivamente accompagnate da un «era buono» e da un «era rigore». I manifestanti giallorossi hanno esposto uno striscione contro l'arbitro Damato («li mort...tua e di chi te c'ha mannato»), un altro contro la Figc e l'Aia e poi hanno dato il fiato alle trombe con cori contro la Lega (sia per Lega Calcio che Lega Nord), il ministro Maroni, lo stesso arbitro Damato, il designatore Collina, la Figc, il presidente federale Abete, la Lazio, l'Inter, Milano e qualcuno non proprio d'amore e d'affetto nei confronti delle forze dell'ordine. «Mafiosi» è stato l'aggettivo più gettonato nei confronti dei membri del Palazzo del calcio. Verso mezzogiorno i presenti hanno incominciato a togliere le tende. Un corteo per le strade adiacenti, altri piccoli gruppetti sparsi, tre fumogeni e nulla di più. La Polizia ha continuato a seguire i movimenti dei contestatori e alla fine ha identificato (per dei cosiddetti «movimenti sospetti») 6 giovani, tutti tra i 20 e i 22 anni. Basta così, il resto della comitiva romanista si era già sciolto. Alcuni erano tornati a casa o al lavoro, altri hanno preso la via di Trigoria, dove 150-200 persone si erano date appuntamento al termine dell'allenamento e altrettante hanno salutato la partenza del pullman della squadra, e altri ancora, una cinquantina, quella per Fiumicino. Pacche sulle spalle, foto, autografi e incoraggiamenti per tutti. Un ragazzo, poco prima del check-in, ha urlato a Totti un «purgali ancora» che è tutto un programma. Ieri la protesta e l'abbraccio alla squadra, oggi l'invasione di Parma con almeno 6mila (ma anche di più) tifosi al seguito.

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