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Internazionali di tennis Volandri fuori dai giochi

Filippo Volandri

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Campo centrale, ore 17.20. Ernests Gulbis è avanti 5-4 al terzo set e, dopo due ore e venti minuti di lotta, ha un match point sul servizio di Filippo Volandri. Il lettone ha tra le mani la possibilità di chiudere, ma sbaglia un facile rovescio lungolinea. Il pubblico romano esplode, il livornese si prende il 5-5 con uno splendido diritto incrociato. L'ennesima impresa romana di «Filo» sembra nell'aria. Non è così, purtroppo. Volandri approda al tie-break decisivo, si trova avanti 2-0 e 3-2 grazie agli errori del giovane lettone, ha la partita in pugno. Ma poi si distrae, sbaglia un facile diritto d'attacco e, dopo aver cambiato campo, un ancor più semplice conclusione al volo di rovescio. Gulbis ringrazia, serve il sesto e settimo aces e ipoteca la partita. La stop-volley con cui Volandri annulla il primo dei tre match points a disposizione dell'avversario, ultimo sussulto di una partita eroica, non serve a nulla. Gulbis chiude con lo schema palla corta-passante di rovescio una lotta di 2 ore e 42 minuti e spegne i sogni tricolori. Peccato, perché ripetere la semifinale 2007 non era impresa impossibile. «Mi rode da morire - confessa con sincerità Volandri a fine partita - Quando arrivi vicino al successo e senti l'opportunità di tornare nei quarti di un torneo così importante, esci dal campo deluso, è normale, però sono contento di come sto giocando». E in effetti «Filo» ha giocato un'ottima partita. Sofferta nel primo set, perso 6-2, quando Gulbis sembrava di un altro pianeta. «Tirava troppo forte - spiega il livornese - Lui ha un potenziale enorme, ma anche momenti di black-out totale». Momenti che arrivano, puntuali, all'inizio del secondo set. Volandri mette i piedi dentro il campo, prova a comandare il gioco sulla diagonale di rovescio, spinge anche con il diritto. «Mi sentivo bene - racconta il livornese - Ho corso, lottato, ci ho davvero messo il cuore». Gulbis, è vero, gli dà una mano, commettendo qualche errore di troppo. E così il livornese si procura una palla break nel terzo game, ma la spreca malamente affossando un diritto a rete. Filippo, però, è bravo a rimanere agganciato al match, annullando nel gioco successivo il tentativo di fuga dell'avversario. E quando, subito dopo, si ripresenta l'occasione di scappare 4-2, non se la lascia sfuggire: Gulbis, come sempre, ci mette del suo con un doppio fallo suicida sulla palla break, ma Volandri dimostra di poter comandare da fondo campo, soprattutto con il solito rovescio. Il 6-3 è logica conseguenza di questa altalena di emozioni. Il resto è storia nota. «Quando regali tre punti nel tie-break decisivo – ammette Volandri – è giusto che tu perda». Il bilancio, comunque, non può che essere positivo: «La scorsa settimana avrei firmato con il sangue per un ottavo di finale a Roma - spiega il livornese - Ora mi dispiace per l'occasione persa. Ma non mi butto giù: se tosse e raffreddore mi lasciano stare volo a Belgrado. E poi c'è il Master di Madrid». «Filo» è tornato.

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