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Roma si tinge d'azzurro

Simone Bolelli con il numero uno Roger Federer

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Chiamatelo orgoglio maschile. Bolelli batte Greul e conferma il momento d'oro dell'Italia In 5 passano al secondo turno. Non succedeva dal 1994. Toccati nell'anima dai continui successi delle ragazze, i tennisti italiani hanno deciso di dare un segnale di vita proprio nel primo turno del torneo di casa: cinque vittorie e una sola sconfitta, peraltro inevitabile visto l'incrocio fratricida tra Seppi e Fognini. Non sarà un'impresa, ma era dal 1994 (con Canè, Gaudenzi, Furlan, Nargiso e Pescosolido) che la povera Italietta del tennis non portava cinque giocatori al secondo turno degli Internazionali d'Italia. Un en plein difficilmente immaginabile alla vigilia, malgrado il sorteggio fosse stato benevolo coi nostri. I deludenti risultati d'inizio stagione avevano addirittura fatto accogliere con un sorriso il derby tricolore di primo turno, garante di almeno un successo nel torneo. E invece ecco arrivare l'impresa di Lorenzi, la rivalsa di Starace, la rinascita di Volandri. E infine, ieri pomeriggio, la conferma della ritrovata salute di Simone Bolelli. La vittoria del bolognese contro il pur modesto tedesco Simon Greul è il simbolo del riscatto italico. Pronosticato dai più ottimisti addirittura nella top ten, Bolelli ha attraverso un lungo periodo difficile. Cominciato, guarda caso, proprio lo scorso anno al Foro Italico, con la sconfitta d'acchito subita dal tedesco Kohlschreiber. I guai fisici lo avevano costretto a fermarsi, le sconfitte al rientro gli avevano tolto sicurezza. «Nel tennis è facile perdere fiducia - spiega Bolelli - Bastano quattro o cinque partite giocate male. Scendevo in campo demoralizzato, cercavo la vittoria a tutti i costi e ottenevo il risultato opposto». Dalla discussa rinuncia alla Davis al divorzio da coach Pistolesi, fino alla scelta di legarsi a Riccardo Piatti e alla rinascita della scorsa settimana, al torneo di Barcellona: «Giocare due match tirati in qualificazione mi ha fatto bene - osserva Simone - Magari non ho espresso il mio miglior tennis, ma ho lottato dal primo all'ultimo punto». Il Simon Greul visto ieri non è forse l'avversario peggiore da affrontare: «Sapevo di poter vincere - afferma Bolelli - Non ho cominciato benissimo, sentivo la tensione dell'esordio. I miei colpi erano poco profondi, per fortuna il servizio funzionava a dovere». A metà primo set l'unico momento di difficoltà: «Mi sono trovato sotto 3-4, ma sono stato bravo a recuperare subito il break. Da quel momento la partita è stata in discesa». Come testimonia il parziale di nove game a uno per il 6-4, 6-1 finale che fotografa l'andamento di un match mai in discussione. Oggi per Bolelli c'è Fernando Verdasco: «Lui è in grande forma, nelle ultime due settimane ha fatto finale a Montecarlo e vinto a Barcellona. Magari è un po' stanco». L'importante, comunque, è aver trovato la via d'uscita dal tunnel della crisi. «Credo proprio di esserci riuscito - confessa Simone - Ora ho la giusta mentalità, il giusto atteggiamento in campo».

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