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Cassano a Roma non farà sconti

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MarioBalotelli e il difficile rapporto con l'Inter. Francesco Totti e gli sfottò alla Lazio. La Nazionale che sfugge a chi vive di talento e sregolatezza. E poi la Sampdoria e la lotta per la Champions e per lo scudetto, di cui domenica all'Olimpico è arbitro. La presentazione del nuovo sponsor Diadora è l'occasione per parlare di questo e altro con Antonio Cassano, che si è prestato al gioco secondo il suo stile: fuori dai denti ma col sorriso sulle labbra. «Sono una primadonna, non un lecchino», questa la premessa del fantasista barese. E in effetti ciò che è uscito dopo suona quasi come una sentenza. Di quelle inappellabili, però. «Nel calcio ci sono solo burattini che dicono sì - ha detto Cassano - io però non lo sono e non so cosa sia la diplomazia». Insomma, niente giri di parole e subito dritti al punto: «Questa storia della mia convocazione in Nazionale - ha osservato Cassano - dà più fastidio ad altre persone che a me, evidentemente sto sulle palle a qualcuno. I giocatori non mettono una buona parola? Starò loro antipatico». Nessun dubbio, però, su chi tifare ai Mondiali: «Io sono italiano, tiferò per l'Italia». Uno come Cassano, che ha conosciuto sia la gloria di chi è baciato dalla classe, sia il purgatorio di chi è andato oltre il limite, non può che provare simpatia per quel Mario Balotelli ormai in rotta con l'Inter. «È un bravo ragazzo - ha detto il blucerchiato - ha solo 19 anni, l'età ti fa migliorare». Poi, l'augurio che l'attaccante nerazzurro «non faccia i miei stessi errori, che mi hanno portato a non vincere nulla e negli stadi mi insultano». Intanto, il campionato sta per proporre la sfida tra Roma e Sampdoria. Che non vuol dire soltanto scudetto per la prima e zona Champions per l'altra. Il passato giallorosso, infatti, continua a tornare nei discorsi di Cassano: «Se segno esulto - ha detto il fantasista - perchè quando vado a Roma insultano me e mia madre. Se loro non rispettano me perchè io dovrei rispettare loro?». E se il gesto di Totti al derby è stata solo «una goliardata», il dispiacere è che non sia stato squalificato per un turno: «Così non giocava contro di noi». Con una Sampdoria così, Cassano vuole regalare ai tifosi qualcosa di importante: «L'approdo in Champions è il nostro obiettivo», ha detto. E pazienza se l'ad Marotta e il compagno di reparto Pazzini decideranno a fine stagione di andare alla Juventus: «L'importante è che alla Samp resti io». Cassano parla poi del periodo di esclusione dalla prima squadra: «L'allenatore fa le sue scelte, per me non erano giuste, l'importante è il rispetto». E per una volta il tecnico si è trovato d'accordo con il giocatore: «Cassano ha ragione, sia Antonio che gli altri giocatori è giusto che si lamentino per un cambio, è normale». Ben differente la risposta del tecnico friulano alla frase di Cassano «in campo, comunque, ho dimostrato di non essere una pippa». «Se fosse diretta a me - ha specificato Del Neri - potrei lamentarmi anch'io. Con un Cassano in forma in quel periodo avremmo avuto almeno cinque o sei punti in più».

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