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Balotelli in fuga

Mario Balotelli dell'Inter

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MILANO - Secondo il presidente dell'Inter Massimo Moratti la prestazione dell'Inter in Champions contro il Barcellona è stata «perfetta». Quando invece si riferisce alla sceneggiata del suo attaccante Balotelli, durante e dopo la semifinale d'andata coi blaugrana, parla di ‘suicidio pubblico'. Anche in questo caso perfetto. Nel giorno più sbagliato. Materazzi l'aveva intuito, e secondo quanto sostiene il procuratore di Balotelli, Mino Raiola, «l'ha aggredito, prendendolo a calci nel sedere». Gli spagnoli, da parte loro, si lamentano e giudicano la sfida «un furto all'italiana». La notte magica dell'Inter, quella del trionfo per 3 a 1 contro la squadra più forte del mondo, ha avuto strascichi che definire polemici è poco. Il perché, per quanto riguarda l'arbitraggio contestato dai catalani, è intuibile e anche preventivabile, a certi livelli. Mourinho, al solito senza scandalizzarsi troppo, ha ricordato al Barca il «furto alla catalana» contro il Chelsea, nella semifinale di ritorno dello scorso anno. L'altro perché, che ha come nome Mario e come cognome Balotelli, non è facile intuirlo, anche se in fondo un po' preventivabile lo è a sua volta. Per il carattere del soggetto, che ha mandato il suo pubblico a quel paese, in un modo talmente plateale da lasciare a bocca aperta perfino Ibrahimovic, che ha la sua lunga esperienza nel settore. Balotelli che si dice «sempre sereno, e pronto a diventare il miglior giocatore al mondo: lo sono sempre stato. È da quando sono bambino che ho questo sogno e sono il primo che non vuole rovinarlo». Solo che? Solo che «l'ottanta per cento della mia vita la vivo sotto i riflettori, è normale che io non possa ridere sempre, specie se le cose non vanno bene. Se la gente vedesse il 20%, si accorgerebbe che sono un ragazzo solare». Insomma, tutto ok: deve solo imparare a gestire l'80% della sua vita. Secondo il presidente del Coni Petrucci «deve prendersi le sue responsabilità». Stankovic l'ha definito un bambino, Mou ha sottolineato i suoi limiti. E al solito a difenderlo, oltre al suo agente Raiola, secondo il quale Mario non ha bisogno di chiedere scusa al pubblico interista perché «quando due si vogliono bene e litigano non è necessario, e poi non c'era bisogno di fischiarlo così», ci pensa il presidente Moratti. Secondo il quale «quello di ieri (martedì, ndr) è stato un suicidio pubblico di Mario: ragazzo che ha le sue problematiche. Prenderemo provvedimenti, ma voglio tenerlo perché ha un talento straordinario. Spero che Lippi si sia convinto a chiamarlo in Nazionale». La risposta è no, la motivazione, data dal cittì, è che «ha dimostrato che non è ancora maturo». E allora hai voglia a elogiare la prestazione dei nerazzurri, a ragionare sulla chance reale di raggiungere una clamorosa finale di Champions, nel caso dopo il Chelsea di Ancelotti l'Inter riesca a estromettere anche il Barcellona di Guardiola. Per ora si parla ancora e sempre di lui: di Balotelli. Mai come adesso nel momento più inopportuno e fuori luogo. Anche per chi sogna di diventare il giocatore numero uno, e che finora eccelle soltanto negli autogol mediatici. E non a casa ieri Striscia gli ha regalato l'ennesimo Tapiro d'Oro.

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