Fabrizio Fabbri «Se la tradizione invece che una forza diventa un peso allora è difficile costruirsi un bel futuro».
Daquando la sfida metropolitana era quella decisiva per lo scudetto, che Bianchini portò per l'unica volta nella Capitale nel 1983, sono passati poco meno di 30 anni. «E da allora - prosegue il Vate - di cose ne sono cambiate. Le due società sono in mano a gruppi solidissimi ma questo non basta per vincere. Entrambe trascurano la propria cultura e la propria storia. Prendiamo la Lottomatica. Ogni anno si ripetono gli stessi errori, quasi che quelli già commessi non servano a prevenirne il ripetersi. Si cambiano con una facilità disarmante giocatori e coach, senza creare una base solida». Un andazzo che ha delle ragioni. «Mi sembra che sia Roma che Milano non abbiano uomini di basket nel vertice dell'organigramma societario. La competenza manageriale nell'amministrare non può essere trasferita nel costruire una squadra. Quasi che i proprietari non sentano l'esigenza di affidare a persone competenti le fortune dei propri club». Ma se c'è un vuoto a livello societario Bianchini vede in Boniciolli l'uomo su cui Roma potrebbe costruire le sue fortune. «Matteo non solo è uno dei migliori coach italiani, all'altezza di Messina e Scariolo per capirci, ma è uno che oltre a saper insegnare basket sa comunicare, sa lanciare messaggi all'esterno. Poi ha il grande coraggio di fare scelte, anche impopolari a volte. È un pò come Ranieri che toglie i simboli della romanità e poi vince il derby. Solo che Ranieri è amato e Boniciolli sembra che a volte sia sopportato». Prima di Boniciolli qualcuno aveva provato a scuotere Roma dal torpore. «Senza dubbio Pesic, il migliore dell'era Toti. Era scomodo, perché come Boniciolli diceva ciò che pensava e tirava dritto per la sua strada. Questo ha dato fastidio a tanti che gravitano attorno alla Virtus». Tornando alla sfida metropolitana Bianchini indica i possibili protagonisti. «Milano è in mano a Bulleri e a Mordente, con l'ausilio di Rocca. Gli altri mi sembrano personaggi anonimi a cui servirebbe un badge per farsi riconoscere. Per Roma potrebbero essere decisivi Giachetti e Vitali, ma sopratutto Hutson, se giocherà e se avrà voglia di sbucciarsi un po' i gomiti».